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Come nasce una religione? Esaminiamo il fenomeno denominato “Culto del Cargo”

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Quanti di noi sanno che cos’è il Culto del cargo o Cargo Cult? Forse pochi, anche perché questa è materia che interessa di più gli antropologi e gli etnologi, poco o niente i giornalisti anche se scientifici.

Invece è un fenomeno che dovrebbe indurci a riflettere sul passato della civiltà umana. Già il grande filosofo e studioso delle religioni, Mircea Eliade, studiò questo fenomeno è comprese come molte religioni fossero sorte proprio a seguito di eventi eccezionali, traumatici o da realtà comunque fuori della comprensione degli uomini di allora.

Il culto del cargo, tanto per tradurlo in italiano, dimostra che leggende e miti sono nati quasi sempre da eventi realmente accaduti. Se poi siano stati amplificati o rielaborati a secondo del linguaggio dell’epoca o anche per dare senso a qualche religione nuova, è un altra cosa.

Un modo nuovo di analizzare, con le conoscenze di oggi, la nascita delle grandi religioni.

Veniamo ai fatti, in particolare legati alla seconda guerra mondiale, anche se il fenomeno del Cargo Cult fosse già esistito all’epoca dei velieri che cercavano di scoprire terre nuove e dove popolazioni indigene, che non avevano mai avuto contatti con gli uomini bianchi, nel vedere le loro grandi navi, finirono per identificarli come “strani oggetti che galleggiavano e trasportavano gli dei” finendo poi per riprodurli schematicamente sulle rocce e adorarle.

Sull’enciclopedia Wikipedia, Cargo Cult è così definito:
Il culto del cargo è un culto di tipo millenarista apparso in alcune società tribali venute in contatto con culture tecnologicamente più avanzate. Il culto è basato sulla richiesta di beni e merci (appunto i “cargo”) delle culture avanzate attraverso rituali magici o pratiche religiose.

I credenti del culto credono che la consegna dei beni sia disposta per loro da parte di un ente divino. Il culto del cargo si è sviluppato principalmente in alcuni angoli remoti della Nuova Guinea e in altre società tribali della Melanesia e della Micronesia in concomitanza con l’arrivo delle prime navi esploratrici occidentali del XIX secolo.

Culti simili sono però apparsi anche in altre parti del mondo. Il culto del cargo ha avuto la sua maggiore diffusione in seguito alla Seconda guerra mondiale, quando le tribù indigene dei luoghi interessati ebbero modo di osservare le navi giapponesi e americane che trasportavano grandi quantità di merci.

Alla fine della guerra le basi militari dell’Oceano Pacifico furono chiuse, e di conseguenza cessò il rifornimento di merci.
Per attrarre nuovamente le navi e invocare nuove consegne di merci, i credenti del culto del cargo istituirono rituali e pratiche religiose, come la riproduzione grossolana di piste di atterraggio, aeroplani e radio e l’imitazione del comportamento osservato presso il personale militare che aveva operato sul luogo.

In particolare erano adorati gli aeroplani perché durante il conflitto paracadutavano anche nei villaggi indigeni cibo, vestiario ed altri oggetti.

Oggi il culto del cargo è diminuito fino a scomparire quasi del tutto. Sull’isola di Tanna, nella Repubblica di Vanuatu, sopravvive ancora il culto di Jon Frum, uno dei più conosciuti, che nacque prima della guerra e divenne in seguito un culto del cargo. Sulla stessa isola è vivo il Movimento del Principe Filippo, che ha come oggetto la figura di Filippo di Edimburgo, marito della Elisabetta II, regina del Regno Unito.

Immagini di indigeni della Nuova Guinea che ancora adorano l’aeroplano perché ritenuto veicolo sacro mandato dagli dei per portare loro cibo ed altri doni.

E’ un grossolano errore cercare di interpretare il pensiero degli uomini di migliaia e migliaia di anni fa come se possedessero le nostre conoscenze culturali, storiche e tecnologiche. Fenomeni come il culto del Cargo non potrebbero esistere ai giorni nostri, anche se scendesse da un’astronave un “marziano”, sapremmo subito dare una spiegazione a tale evento e quell’astronauta non lo eleveremmo certamente a divinità.

Gli uomini preistorici non avevano neppur lontanamente le nostre conoscenze scientifiche, tutto ciò che era incomprensibile per loro diventava una ierofania, ossia: una emanazione sacra e divina.

Da qui può nascere il pensiero che le nostre grandi religioni siano nate grazie ad incontri con civiltà più evolute tecnologicamente o semplicemente, dando per un attimo spazio alla fantascienza, con esseri provenienti da altri mondi in visita esplorativa sul nostro. Non dobbiamo dimenticarci che le scoperte scientifiche e tecnologiche di oggi già fanno supporre che in futuro l’umanità potrà cercare di raggiungere altri pianeti.

Se pensiamo che solo nel 1903 abbiamo imparato a volare, grazie ai fratelli Wright, e che oggi, dopo poco più di un secolo, abbiamo astronavi capaci di andare sulla Luna e su Marte, dobbiamo prevedere in futuro ulteriori grandi conquiste scientifiche e tecnologiche di proporzioni inimmaginabili.Allora, se non ci saranno interruzioni violente nello sviluppo della nostra civiltà, cosa saremmo in grado di fare tra 1000 anni? Certamente avremo già colonizzato Marte, ma saremo anche andati oltre il nostro sistema solare per esplorare altri mondi.

Nel sistema solare di Alfa Centauri, il più vicino a noi (4,5 anni luce), sono stati scoperti 2 pianeti che orbitano nella fascia abitabile intorno ad una delle tre stelle. Se le scoperte scientifiche e tecnologiche tra qualche secolo saranno in grado di portarci su questi pianeti e se uno di questi fosse abitato da esseri primitivi, come eravamo noi più di 10.000 anni fa, non pensate che la nostra presenza potrebbe influenzare questa civiltà primordiale e, quindi, riproporre un Cargo Cult anche su questo pianeta?

Negli antichi testi Indù come il Mahabharata, e in quelli Mediterranei come la Bibbia e il Corano, ma ancora prima nell’opera epica sumera del Gilgamesh, si narrano di oggetti volanti, vedi i Vimana indiani, il carro volante di Elia, le nubi infuocate e rumorose da cui scendeva dio, i misteriosi tappeti volanti, ecc.

Fantasie dei saggi di allora o interpretazioni di qualcosa che realmente esisteva la cui tecnologia di oggi può spiegarci? Il Cargo Cult quindi non è solo un fenomeno che deve interessare gli antropologi, ma tutti noi. E’ necessario aprirci ad una visione nuova su quanto ci è stato tramandato.

Non si può più, alla vigilia dei grandi viaggi spaziali alla ricerca di altre forme di vita nell’universo, credere ad occhi chiusi a vecchi testi, seppur sacri, che raccontavano storie fantastiche, ma che oggi, grazie allo sviluppo della tecnologia e della scienza possiamo interpretare diversamente. Il Cargo Cult è un fenomeno antropologico che ci aiuta a riflettere.

By Ennio La Malfa

InfoBox Autore

Ennio La Malfa
Scrittore (saggistica in attivo 19 pubblicazioni e oltre 100 servizi giornalistici scientifici) - Docente sulle tecniche e sui sistemi della Comunicazione presso l'università della Tuscia - Esperto in Climatologia e sugli effetti negativi dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi terresti e marini – Già presidente della Commissione sui Cambiamenti Climatici del Ministero delle Politiche Agricole – Già membro del CNA ( Consiglio Nazionale Ambiente) - Fondatore di Accademia KRONOS - Esploratore e studioso delle civiltà andine e delle isole polinesiane con particolare riferimento all'Isola di Rapa Nui (Pasqua) Studioso sul complesso processo dell'uomo, dalla sua origine ai giorni nostri, processo conosciuto come ominazione - Progettista di aree specifiche per il lancio del turismo responsabile. Progettista e realizzatore del primo corso completo nazionale (Scuola Radio Elettra) su Tecnico dell’Ambiente e del corso promosso dalla Regione Toscana Sull’imprenditorialità nelle aree protette.
Negli anni 1970/1982 ha partecipato al completamento di Auroville in India, sia come raccolta fondi in Italia e sia sul posto con svariate mansioni.

TITOLI ED ESPERIENZE

Formazione Universitaria: Economia e Commercio e altre specializzazioni universitarie in Climatologia, Etologia, PNL, Ominazione.

Cavaliere della Repubblica per meriti ambientali - sociali . Conferimento del titolo del Presidente della Repubblica ad aprile del 2008.

Nei primi anni '90 Membro del Consiglio Nazionale dell'Ambiente presso il Ministero dell'Ambiente.

Presidente del Comitato Cambiamenti Climatici del Ministero Delle Politiche Agricole e Forestali.

Già presidente di Accademia Kronos ( vedere: HYPERLINK "http://www.accademiakronos.it" www.accademiakronos.it ).

Docente di moduli universitari in Tecniche e Sistemi della comunicazione (Università della Tuscia) nell’Ambito del Corso di Laurea in Educatore e Divulgatore Ambientale.

Responsabile per 4 anni della campagna istituzionale Bosco Italia del Corpo Forestale dello Stato.

Direttore del premio internazionale "Un Bosco per Kyoto".

Uno dei coordinatori per 7 anni della campagna nazionale Vivere il Mare, abbinata alla trasmissione televisiva ”Linea Blu”.

Già Vicepresidente della F.E.E. Italia, organo che assegna le Bandiere Blu alle spiagge e ai mari più puliti.

Scrittore scientifico ( 11 libri, 31 dispense e 189 articoli). Ultimamente, tra il 2018 e 2020 ha pubblicato 12 dispense scientifiche sul clima, sul problema dei rifiuti, sulla plastica nei mari, sulle energie alternative, la distruzione delle foreste pluviali e le migrazioni dei popoli africani. Completata la pubblicazione “La Storia da Riscrivere”

Documentarista e collaboratore scientifico TG2Dossier – Rai.

Autore di una serie televisiva offerta a 45 TV private italiane: "SOS Ambiente"(2009) che nelle ultime puntate, in totale 13, ha superato in Italia il milione e mezzo di ascolti.

ESPERIENZE (alcune)

Ideatore negli anni ’80 con il giornalista Pasquale Balsamo, e i direttori dell’ACI De Santis e Cavaglià dell’attuale trasmissione RAI di Onda Verde - CISS VIAGGIARE INFORMATI (prima si chiamava “Buon Viaggio”);

Giornalista servizi esterni in A Come Agricoltura ( RAI anni 70/80);

Gestione di trasmissioni scientifiche e culturali negli anni 70 e 80 in diverse radio private;

Direttore ed organizzatore per 5 anni dell'operazione nazionale "Vivere il Mare" - Responsabile di eventi con le scuole superiori in 38 comuni italiani.

Negli anni 80 ideatore alla Fiera di Roma della mostra mercato "Natale Oggi". Direttore fino a metà del 1990 di 2 grandi workshop con esposizioni abbinate, sia alla Fiera di Roma che al Palazzo dei Congressi dell'Eur: "La tavola nel Mondo" e Viaggi e Vacanze".

Uno dei due fondatori negli anni 1980 di Bandiere Blu Italia. Inizialmente operazione promossa dall'Ue per premiare le spiagge più sane e vivibili d' Europa. Oggi Bandiere Blu non è più gestita dall'Ue ma da associazioni private. Sono uscito dall'organizzazione quando l'Ue non ha più riconosciuto questa iniziativa.

Esperto di turismo responsabile e di attivazioni di siti sconosciuti ai fini del turismo internazionale.

Incaricato dalla regione Toscana di organizzare e gestire un corso formativo post laurea su: “Imprenditoria nelle aree protette”.

Incaricato dal Governo della Costarica di progettare un nuovo turismo internazionale legato non più all'ambiente, ma all'archeologia.

Organizzazione di spedizioni scientifiche in America Latina e nel Pacifico;

Ricerche scientifiche in loco sull'origine del popolo dell'isola di Pasqua;

Spedizioni scientifiche nella foresta pluviale del Congo;

Realizzatore nel 1981 del primo villaggio ad energia eolica e fotovoltaica d’Italia, costruito lungo le sponde del lago di Vico (VT);

Progettista in Italia e in Brasile di aree naturalistiche protette.

Ideatore di trasmissioni radiotelevisive sui fenomeni misterici ed enigmatici;

Organizzatore e proprietario della mostra itinerante sulle civiltà scomparse, con reperti unici al mondo. Mostre organizzate a Genova, Bologna, Civitavecchia e Viterbo.

Organizzatore delle crociere scientifiche ed educative sul Global Change con navi della flotta Lauro.

Ideatore della campagna di sensibilizzazione ambientale “Io faccio la mia parte” diventata successivamente un premio internazionale che ogni anno si celebra al Campidoglio di Roma.

Attualmente responsabile del comitato scientifico di Ecoitaliasostenibile

Già responsabile della Rivista scientifica online “ AK Informa” che raggiunge circa 70.000 utenti.


Ronciglione 07.02. 2022
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