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Cosa causa i danni biologici da esposizione ai campi elettromagnetici

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Sono 4 i fattori responsabili del “Danno Biologico” generato dai Campi Elettromagnetici (CEM) artificiali, anche di quelli che emettono Radiazioni Non Ionizzanti (NIR). Tutti e 4 vanno contrastati contemporaneamente. Quali sono i fattori promotori del danno biologico?

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1) INTENSITÀ, la forza che il campo elettromagnetico possiede. Parliamo solamente del modello che più interessa a noi al momento. Si parla spesso di Intensità di Campo Elettrico, i Volt/metro. L’Italia ha scelto il valore basso (6V/m). Ora vorrebbero incrementarlo sino a 61V/m. Molti combattono aspramente perché ciò non avvenga.

2) FREQUENZA, è un altro fattore importante. La frequenza, non è altro che il numero di volte che un segnale si ripete nel tempo, l’unità di misura Hertz (Hz).
Alcuni esempi: La rete elettrica che comunemente utilizziamo è sinusoidale. Questa sinusoide si ripete 50 volte al secondo (50Hz). Il segnale digitale terrestre che giunge alla nostra televisione opera sulla banda dei 700MHz (Mega Hertz), banda di frequenza che presto utilizzerà il “Sistema 5G”. I nostri Smartphone, quelli in 4G, operano su due bande diverse, esse sono 1800/2600 MHz.

Possiamo anche affermare che operano su 1,8/2,6 GHz (Giga Hertz). È quindi evidente che aumentando “frequenza” si può trasportare più informazione ogni secondo. Questo significa che incrementando la frequenza, si può ottenere un maggior risultato senta incrementare l’intensità.

Anche in questo caso, l’aumento di questo parametro genera maggiore danno biologico. Se
l’Intensità (forza) la possiamo paragonare ad uno schiaffo, la frequenza rappresenta quanti schiaffi prendiamo in un secondo.

3) FORMA d’ONDA, è l’andamento del campo elettromagnetico nel tempo. Un’onda sinusoidale come quella della rete elettrica, la possiamo considerare morbida, un sali e scendi regolare.

Oggi utilizziamo diverse forme d’onda secondo gli obiettivi che desideriamo raggiungere. Il
segnale digitale utilizza delle onde ad impulso e ne mette vicino parecchie (treni di impulsi). Questo andamento artificiale a pacchetto, è dissimile dal segnale emesso dalle cellule di un organismo vivente.

Essere permeati da questo andamento del campo elettromagnetico, genera molteplici danni biologici.

Bene che vada, i segnali digitali promuovo sintomi ormai noti ma nel tempo, anche patologie sempre più gravi. Quindi, la parità di “intensità” e di “frequenza”, anche la “forma d’onda” diventa un’aggravante di cui tenere conto.

4) TEMPO di ESPOSIZIONE, è il periodo trascorso immersi (permeati) dai Campi Elettromagnetici fino ad ora descritti. Se teniamo conto di tutti i segnali presenti contemporaneamente nell’etere (in aria), il “tempo di esposizione” è facile da definire, corrisponde a 24ore su 24, per 365 giorni all’anno.

Siamo giunti alla fine. Spero di avervi fornito abbastanza informazioni per farv comprendere che impegnarsi in una battaglia CONTRO l’Intensità del Campo Elettrico (NO 61V/m) non è sufficiente, perché anche quando avremo vinto questa battaglia, avremo già perso la guerra.

Pur mantenendo l’intensità odierna (6V/m), agiranno incrementando la frequenza (lo sappiamo già) e con nuove tecnologie, incrementeranno i pacchetti della forma d’onda. Sappiamo benissimo che i pacchetti digitali del “5G”, è più veloce di 100volte rispetto al “4G”. Il sistema “6G” già alla fine della  sperimentazione, viaggia 1.000 volte più veloce del “5G”. Per quanto riguarda il “tempo di esposizione”, quello rimarrà costante, cioè – sempre – ogni millisecondo della nostra vita.

Il nostro impegno va indirizzato nel contrastare il “DANNO BIOLOGICO” perché favorendo
l’incremento della CLASSE di Rischio, impediremo l’incremento di tutti questi parametri contemporaneamente. È noto e risaputo che per quanto riguarda l’Elettrosmog e la Radiofrequenza, il Rischio per la salute dell’uomo non è di Classe 2b (possibile cancerogeno).

La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel 2019, ha dichiarato che la classe va modificata, portandola in Classe 2a (possibile cancerogeno) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeno).

Più chiaro di così!!

Giorgio Rossi – Ecoitaliasolidale Nord Italia
President presso EMAR ricerche ed applicazioni biomediche

 

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