Per arrivare alla teoria del paleocontatto dobbiamo necessariamente fare una premessa.
Il moderno mistero degli UFO ha tre radici rintracciabili: i “dirigibili misteriosi” della fine del XIX secolo riportati sui giornali degli Stati Uniti occidentali, i “combattenti di caccia” riportati dagli aviatori alleati durante la seconda guerra mondiale e l’avvistamento del “disco volante” di Kenneth Arnold vicino a Mt . Rainier, Washington, il 24 giugno 1947.
I rapporti sugli UFO tra “La grande onda del dirigibile” e l’avvistamento di Arnold erano in numero limitato rispetto al periodo postbellico: casi notevoli includono segnalazioni di “volantini fantasma” in Europa e Nord America durante il Gli anni ’30 e le numerose notizie di “missili fantasma” in Scandinavia (principalmente Svezia) da maggio a dicembre 1946. La pubblicità dei media tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 in seguito all’avvistamento di Arnold portò il concetto di dischi volanti al pubblico.
Ma il fenomeno è molto più antico, la teoria del paleocontatto
La teoria degli antichi astronauti, detta anche teoria del paleocontatto o paleoastronautica, è l’insieme delle teorie che ipotizzano un contatto tra civiltà extraterrestri e antiche civiltà umane, quali Sumeri, Egizi, civiltà dell’India antica e civiltà precolombiane.
Queste teorie, ovviamente non sono accettate dalla comunità scientifica e pertanto sono generalmente inquadrate nel più vasto e controverso campo pseudoscientifico della cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia. Sono anche diffuse in ufologia, rientrando in particolare nel campo di indagine definito “archeologia spaziale”.
Si fa risalire la nascita della paleoastronautica al 1960 con la pubblicazione di un articolo del matematico russo Matest Agrest. In seguito le teorie sul presunto contatto tra civiltà extraterrestri e alcune antiche civiltà umane sono divenute popolari negli anni sessanta e soprattutto negli anni settanta con la pubblicazione dei libri di Jean Sendy, Erich von Däniken e Peter Kolosimo, autore di numerosi best seller, tra cui “Non è terrestre” (1968) e “Astronavi sulla preistoria” (1972).
Erich von Däniken accusa gli scienziati di accettare solo i risultati che si inquadrano in teorie precedenti, e al tempo stesso descrive i risultati della scienza come continuamente cangianti. Così da un lato la presunta «rigidità mentale» degli esperti spiega perché lui è ostracizzato, ma al tempo stesso la mutevolezza della scienza è invocata come fattore di ottimismo. Ammette anche che la sua «speculazione» è «piena di buchi» e che lui non ha «la verità», è il futuro che riempirà quei buchi. «La fantascienza di ieri è la realtà di domani»[137]: un giorno si avrà la scoperta decisiva che gli darà ragione.
Alcuni esempi
Da allora altri ricercatori moderni e attuali hanno affrontato l’argomento dal loro punto di vista e sulla base del loro campo di studi e di competenze, per esempio Mauro Biglino con lo studio dei testi Biblici (di cui sicuramnente in futuro proporremo approfondimenti), e i tanti studiosi di testi Indiani alcuni religiosi ed altri di letteratura classica come ad esempio Ramayana ,Mahabharata , Vaimanika-Shashtra, Puranas, Bhagaravata e molti altri che trattano di macchine volanti definite in sanscrito “Akasa yantrache”.
Dall’analisi di tali testi, compiuta da innumerevoli studiosi e storici, sembrerebbe emergere che queste macchine, i Vimana appunto, altro non fossero che delle sofisticate macchine volanti le quali sfrecciavano comunemente nel cielo terrestre di 15000 anni fa.
Anche il significato etimologico della parola Vimana non è molto chiaro ed è avvolto da mistero probabilmente Vimana deriva dai termini in Sanscrito: Vi e Man, cioè “luogo abitato che vola”;. Per alcuni studiosi la parola Vimana sarebbe traducibile in: uova luminose anche se i riferimenti testuali a questi oggetti li definiscono come mezzi di trasporto utilizzati dai Deva, gli Dei, per spostarsi.
Proseguendo nello studio degli antichi testi si evince che dovevano esistere Vimana grandi e piccoli alcuni di questi erano vere e proprie città volanti mentre quelli piccoli erano per il solo utilizzo del singolo pilota. Un’altra singolarità di questi racconti quasi ”fantascientifici” è la particolarità dei dettagli, è come se avessimo a che fare con dei veri e propri manuali in grado di spiegare la tecnologia di questi mezzi in modo stupefacente e addirittura esistono dei veri e propri corsi di volo.
L’importanza dei dettagli è fondamentale perché ci porta a riflettere sul come circa 15000 anni fa potessero soltanto pensare ed elaborare concetti che solo oggi si possono riscontrare nella moderna tecnologia.
Eccovi un documentario che ritengo ben fatto sull’argomento (durata 45min).
E per gli amanti della lettura una breve selezione dei testi migliori selezionati dalla redazione:
E voi cosa ne pensate?
“Se domani venisse una spedizione di marziani, per esempio, e alcuni di loro venissero da noi. Verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini… E uno dicesse: ”Ma, io voglio il Battesimo!’. Cosa accadrebbe?”
domanda rivolta da Papa Francesco ai partecipanti alla messa per spiegare l’infinita bontà di Dio, che non chiude le porte neanche ai marziani
Intervista al Dott.Massimo Lombardi
L’argomento è molto vasto e potremmo approfondire ulteriormente in altri articoli se lo vorrete. Vi invitiamo anche ad inviarci sempre commenti, pareri e suggerimenti di ogni tipo, sempre con educazione e rispetto.