Ciascun individuo è provvisto di un corpo fisico, di una mente razionale e quindi di una personalità terrena, di un’Anima e di un Sé Superiore che è il ponte di collegamento con la Sorgente Divina.
Il Sé Superiore è la tua vera natura: è il tuo centro interiore saggio, incondizionatamente amorevole, creativo, intero ed eterno.
In fondo, tutti noi ci rendiamo conto che c’è qualcosa di misterioso dentro di noi, qualcosa di sacro. Ciò con cui pochi di noi riescono a venire a patti, tuttavia, è che il nostro Sé Superiore va totalmente oltre le nostre paure condizionate, limiti, credenze, ferite e fissazioni dell’ego. In realtà rappresenta il nostro stato d’essere più autentico con cui abbiamo perso il contatto nella vita moderna. Mentre i nostri Sé Superiori sono completamente liberi, possono essere bloccati, repressi e negati dall’ego limitato definito in psicanalisi come “piccolo sé”.
Abbiamo parlato in un precedente articolo di come è possibile tentare di stabilire un contatto con il nostro Sé Superiore, ma molti fanno ancora confusione tra Sé Superiore e Anima, proviamo a fare chiarezza.
Qual è la differenza tra Anima e Sé Superiore?
La differenza tra Anima e Sé Superiore è la seguente: il Vero Sé dirige le nostre incarnazioni stabilendo quando e dove ci incarneremo, è colui / colei che osserva senza giudizio né attaccamento ogni nostra incarnazione e ricorda tutto, ha una sorta di grande memoria di tutto quello che abbiamo vissuto nelle varie esistenze. Sa esattamente cosa sta avvenendo in ogni istante.
Questo è detto “Vero Sé” proprio perché è la nostra vera essenza, è il nostro vero io, e se riusciamo ad ascoltarlo intuitivamente ci aiuta a prendere le scelte migliori per noi in ogni dato momento e a seguire il cammino che desideriamo veramente intraprendere.
Può essere considerato come il “Dio” personale di ciascuno di noi. Personalmente ritengo, leggendo i vangeli, che quando Gesù si rivolgeva al “Padre”, con questo termine si riferiva al suo Sé Superiore.
Ritengo quindi che il Sé Superiore non è quello che i teologi considerano come “il vero Dio”, perché la vera divinità che ci ha dato la vita è oltre il creato e razionalmente è incomprensibile e inconoscibile.
Ciascuno di noi ha però in sé una Scintilla di questo Dio, per cui siamo parte di Lui / Lei perché la realtà disconnessa e isolata che noi vediamo è pura illusione, una proiezione dell’Unità che è la Vera Divinità. In altre parole la Sorgente di Vita che ci ha creati non conosce divisioni ma le ha create in modo da potersi conoscere meglio – noi siamo il suo esperimento e allo stesso tempo uno dei suoi riflessi.
L’Anima è la controparte emotiva della personalità fisica, quella che decide di tuffarsi nelle incarnazioni perché vuole sperimentare di tutto, e nel corso delle prime incarnazioni è ingenua perché crede che in questo mondo illusorio sia tutto perfetto, ma poi vivendo delle brutte esperienze scopre che non è così. In buona sostanza è proprio come se il Sé Superiore fosse l’adulto saggio, e l’Anima il bambino / allievo desideroso d’imparare, e che vuole sperimentare senza porsi dei limiti non avendo paura di niente.
Senza l’Anima noi saremmo degli automi, dei robot senza emozioni, per cui è una componente importante dell’individuo. Personalmente credo, ma è solo una mia considerazione derivata da vari studi fatti, che la quantità di anima presente in ogni essere vivente, (anzi parliamo solo di esseri umani per il momento), non sia sempre uguale.
C’è chi ritiene che ci siano anche esseri umani senz’anima, io credo di no. Io credo che la morte sopraggiunga proprio quando l’anima, per volontà o per costrizione abbandoni il corpo, quindi chiunque anche se in minima parte ce l’abbia. Le persone che però ne hanno poca, e il perché richiederebbe un articolo a parte, siano distinguibili dagli altri esseri umani per una limitata capacità di compassione. Attenzione, non chi non riesce a esteriorizzare i propri sentimenti, ma proprio coloro che ne hanno pochi.
Chi ha un’Anima riesce a provare compassione per gli altri dato che prova emozioni. Con poca Anima non esisterebbe la comprensione e la compassione, saremmo “senza cuore”, puro intelletto. Alla fine l’Anima è una energia che ancora non abbiamo trovato il modo d’individuare e misurare con la tecnologia di cui oggi disponiamo.
Il Sé Superiore osserva saggiamente ogni nostra esperienza ed è pronto a guidarci in ogni momento della nostra vita, solo che non tutti sanno di avere in sé questa divinità / guida.
Il Sé Superiore non giudica e quando siamo al suo cospetto ci fa sentire amati e compresi.
Ad esempio quando impariamo a leggere i registri akashici entriamo in contatto con il nostro Sé Superiore e non ci sentiamo giudicati. Se non sai cosa sono i registri akashici ti invitiamo ad approfondire con gli altri nostri articoli.
Quindi il Sé superiore in quanto essa stessa scintilla divina funge da ponte tra l’Anima e la Sorgente Divina.
L’Anima si trova tra il Sé Superiore e la personalità umana e razionale. La mente ignora di essere un’entità immortale e rifiuta di capire che non è capace di produrre nulla, che ogni suo pensiero è l’elaborazione in chiave emotiva (dell’anima) di impulsi mandati dal Sé Superiore. Le nostre menti sono semplicemente delle antenne che elaborano informazioni ed emozioni credendo di esserne le autrici.
Inoltre i nostri pensieri e le nostre emozioni sono spesso influenzati da forme-pensiero create dalla coscienza collettiva: queste forme-pensiero penentrano nei nostri processi mentali come un virus e se non prestiamo attenzione “pensiamo” i “pensieri” della massa, quindi perdiamo la capacità di riflettere autonomamente.
Qui si parla anche di eggregore che approfondiremo in altri articoli quindi tornate a trovarci se l’argomento vi interessa.
Siccome siamo interconnessi e tendiamo a seguire le idee e le scelte altrui come un gregge siamo influenzati dalla “coscienza sociale” – uno stato di coscienza collettivo solitamente pieno di paure e aberrazioni. Per poter divenire coscienti di tutto ciò e diventare “pensatori” autonomi (connessi con la Saggezza del nostro Sé Superiore) occorre intraprendere un lungo percorso di purificazione interiore.
Sono concetti molto complessi che ci sembreranno via via più chiari e semplici da comprendere man mano che avremo raggiunto un grado evolutivo diverso. Per ora noi formuliamo definizioni limitate di fenomeni illimitati.
L’importante è capire che la divinità non è un essere umano come noi ma una Forza incomprensibile e onnipresente, e che ciascuno di noi ha veramente una saggia guida dentro di sé, alla quale chiedere aiuto in ogni momento della sua vita.
Come i fisici che formulano teorie diverse tra di loro e non hanno ancora raggiunto la Realtà Ultima così noi spiritualisti, metafisici, esoteristi, parapsicologi cerchiamo di formulare delle teorie che sono inevitabilmente diverse tra di loro col fine di aiutare le persone a comprendere una Realtà che comunque per noi è sfuggente.
Quando si fanno letture dei registri akashici ci si connette con il proprio Sé Superiore, il quale ci mostra il vissuto della nostra Anima (che è la parte spirituale che si incarna in un corpo fisico mentre il Vero Sé rimane tutto il tempo nel mondo spirituale a dirigere) da una prospettiva neutrale e piena di comprensione.
Naturalmente non sappiamo dire dove sono fisicamente localizzati Anima e Sé Superiore, ma ci sono tante teorie diverse. Potrebbe darsi che l’individuo sia costituito da una miriade di “corpi” che non conosciamo e che non possiamo comprendere.
Benefici del collegamento con il proprio Sé superiore
La lista che segue esemplifica notevolmente alcuni degli aspetti della nostra vita che potrebbero essere enormemente migliorati se ci connettessimo con il nostro Sé superiore. In effetti, preferisco pensare a questi “benefici” come a “cambiamenti di essere da semi-permanenti a permanenti” a seconda di quanto sia profondo il collegamento:
- Riduzione o completa guarigione dell’ansia
- Depressione ridotta o completamente guarita
- Apertura e ricettività alla vita
- Creatività e ispirazione
- Miglioramento dell’intuizione e dei doni spirituali / personali
- Maggiore tolleranza e pazienza
- Non temere più la morte
- Sviluppare una percezione mistica della vita
- Coltivare l’amore incondizionato per se stessi e gli altri
Questi “benefici” toccano solo la punta dell’iceberg quando si tratta di sperimentare il tuo Sé Superiore! Poiché l’esperienza è così potente e personale, tutti noi gustiamo vantaggi diversi a vari livelli.
Come entrare in contatto con il Sé Superiore
Alcune persone possono sperimentare la connessione con il Sé superiore naturalmente e con pochi sforzi grazie probabilmente ad un indole molto compassionevole, per altri, per la maggiorparte di noi a dire il vero, le cose sono differenti e questo contatto può avvenire sempre spontaneamente ma durante esperienze particolarmente intense o traumatiche.
Altri, la maggior parte, incontrano il Sé Superiore durante attività come la meditazione, il digiuno, i ritiri nella natura, i sogni, le visioni o anche esperienze di pre-morte o viaggi astrali fuori dal corpo. Tuttavia, per tutti la situazione o la tecnica è diversa – sicuramente non esiste un modo “standard” per sperimentare il Sé Superiore.
Tutti noi quando dormiamo sogniamo, molti sono più propensi a ricordare i propri sogni rispetto ad altri. Ritengo che chi durante la giornata, magari grazie a un Dejavu, ricordi un sogno fatto di recente sta già ricevendo un “aiuto” dal proprio Sé superiore per qualcosa che riguarda la sua vita. In alcuni casi, molti di noi si svegliano nel cuore della notte senza un particolare motivo e probabilmente è proprio il nostro Sé superiore che ci risveglia bruscamente per lasciare tracce fresche del sogno che stavamo facendo nella nostra mente e permetterci così d’instaurare una prima, per quanto rozza, forma di comunicazione.
Ma senza dilungarci troppo sul discorso onirico, perché finiremmo con l’arrivare a parlare di sogni lucidi o proiezioni astrali, diciamo solo che questa comunicazione non sarà mai troppo semplice e banale. Questo perchè la nostra mente “pensa” con parole, ma il nostro Sé superiore lo fa mediante archetipi.
Gli archetipi sono dei “modelli”, delle matrici di concetti complessi. I padri della psicanalisi hanno scritto decine di libri sull’inconscio e sull’inconscio collettivo, altri termini della stessa cosa.
Per cui, tanto per fare un esempio pratico di un archetipo, se il nostro Sé Superiore, ci vuole avvertire di un disagio che stiamo vivendo lo farà non con parole, ma con immagini. Ricordo il caso di una cara amica che da anni viveva uno stato di malessere emotivo a cui non riusciva a trovare una spiegazione razionale. Era sposata con una persona che le voleva bene, aveva un figlio che adorava, non le mancava nemmeno una buona salute il lavoro e il denaro, tuttavia, pur non essendo depressa, non poteva dire di sentirsi felice e grata.
Il sogno abbastanza ricorrente che faceva le sembrava insulso e privo di spiegazione alcuna ma non era così.
Raccontava di trovarsi quasi sempre in un auto, spesso alla guida, spesso di fianco al guidatore e talvolta anche sul sedile dietro, la giornata era bella, il luogo era piacevole, ma ad un tratto si rendeva conto che la macchina procedeva per i fatti suoi. Anche se era lei alla guida non poteva fare niente per decidere la direzione, per rallentare o addirittura per fermare la vettura e si sentiva come rallentata nei movimenti. Pur non temendo per la propria incolumità nel sogno era infastidita dal fatto di non riuscire a prendere il controllo dell’auto, o di convincere chi fosse alla guida ad ascoltarla.
L’archetipo era quindi abbastanza chiaro. La sua vita era piacevole (il sogno non le faceva paura e lo scenario era bello), ma si arrabbiava o innervosiva o anche preoccupava per la mancanza di “controllo”, e l’auto era quindi l’archetipo della sua vita.
Raggiunta questa consapevolezza di certo non ha cambiato vita, ma è riuscita a fare tante piccole modifiche alla sua routine quotidiana che le hanno permesso di riprendere il controllo. Per esempio ha deciso di riuscire a trovare del tempo per se stessa iscrivendosi in palestra, ha dato delle risposte che da tempo si teneva dentro in ambito lavorativo e si è imposta anche di avere più iniziativa nelle decisioni di famiglia e a quanto pare non ha fatto più quei sogni probabilmente perchè aveva risolto quelle piccole cose che, magari per qualcun’altro sarebbero state bazzecole in un contesto felice, ma che per lei probabilmente non lo erano.
E tu sperimenti di tanto in tanto lo stesso sogno? Hai trovato una spiegazione e vorresti condividerla con gli altri?
Conclusioni
Abbiamo visto come riallinearsi al proprio Sé Superiore sia un’esperienza mistica ma al contempo “normale”, infatti il sé superiore è una parte di noi e ciascuno di noi può vivere questa riunione.
Chi l’ha provata, la sta provando o la proverà si renderà conto degli innumerevoli benefici che avrà, ma la cosa più importante resterà l’esperienza intima, unica e personale che conduce alla fusione di due parti che sono state scisse con l’unico obiettivo di insegnarci a riunirle.