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Gli ufo nell’arte: Interpretazione o Rappresentazione?

Tempo stimato di lettura: 7 minuti

Una recente disciplina sta affascinando negli ultimi anni appassionati di misteri, ufologi e credenti di ogni tipo. Parliamo della clipeologia che prende il nome da “clypeus” (o clipeus) – scudo in latino. Gli antichi romani infatti erano soliti descrivere gli UFO con i termini che conoscevano e in vari documenti veniva raccontato quello che presumibilmente vedevano nel cielo come “clypei ardentes”, quindi degli scudi fiammeggianti.

Non sono poche infatti le opere d’arte dell’antichità che contengono delle “anomalie” di qualche tipo raffigurate nei cieli.

Come sempre non sta a noi, come fanno altri, stabilire cosa è vero e cosa no, noi in questo articolo vi mostreremo delle immagini di alcuni tra i più rappresentativi tra questi dipinti, e lasceremo a voi il compito di dare una spiegazione in base alla vostra sensibilità e magari anche al vostro credo.

Ciò che i teologi e critici d’arte sostengono è in sintesi che gli oggetti visibili in quei dipinti sono una interpretazione della raffigurazione. Un po’ come i teologi sostengono che ogni frase tratta dai libri sacri vada interpretata e non letta e compresa come un qualsiasi altro testo.

Altra opposizione agli ufologi consiste nel sottolineare il fatto che è impensabile che a quell’epoca qualcuno si “azzardasse” a rappresentare qualcosa di non canonico e codificato, poichè chi sceglieva i soggetti e ne controllava puntigliosamente l’esecuzione era infatti la committenza (in molti casi istituzioni religiose) che mai avrebbe permesso all’autore di rappresentare altro da ciò che era stato in precedenza concordato, soprattutto nel caso di immagini sacre che dovevano rispettare regole iconografiche ben precise.

Per molti moderni ricercatori e ufologi invece le interpretazioni si possono vedere ovunque nei dipinti, ma in alcuni casi non può la fantasia o l’allegoria assomigliare così tanto con quello che oggi molti giurano di vedere e filmare nei nostri cieli.

Vediamone alcuni.

La Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, opera di Tommaso Di Cristoforo

 

Al Museo di Capodimonte di Napoli è conservato uno dei dipinti più discussi, di quelli che affascinano i clipeologi e gli appassionati di teorie non convenzionali. Si tratta della Fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, opera di Tommaso Di Cristoforo Fino, alias Masolino da Panicale.

 

La scena rappresentata riguarda il miracolo a seguito del quale Papa Liberio decise di intraprendere la costruzione del tempio. Era il 358, pieno agosto, quando una misteriosa nevicata si rovesciò sull’Esquilino. Era un segno divino, quello. Da non ignorare. Era lì che la Vergine voleva sorgesse la Basilica. Il dipinto, a sfondo dorato, rappresenta la scena “fondativa” con il Papa, i patrizi proprietari del terreno dove era avvenuto il miracolo, i dignitari e il popolo intenti a celebrare il miracolo con l’inizio della costruzione mentre dall’alto Cristo e la Vergine, raffigurati all’interno di un medaglione, guardano all’assolvimento del loro ordine divino mentre un battaglione di nuvole scure e nere dà l’impressione di muoversi in cielo. Ecco, nella rappresentazione pittorica, sono le nuvole ad affascinare i cacciatori di misteri.

Nel dipinto di Masolino, secondo i clipeologi, le nubi che hanno fatto nevicare su Roma in pieno agosto assomiglierebbero più a degli Ufo. Sono state dipinte con una forma allungata, e sono di colore scuro. Per loro, la nuvola in primo piano (quella su cui è posato il medaglione in cui campeggiano Cristo e la Madonna) toglie ogni dubbio: quello ritratto dall’artista umbro è un disco volante.

Una delle tantissime spiegazioni che si trova navigando online è che – poiché è impossibile che nevichi ad agosto – gli alieni abbiano fatto precipitare della bambagia per far apparire il miracolo”.

Gli ufologi tendono a pensare che queste nuvole sono gli UFO che possono essere parte della leggenda.

Questa teoria guadagna una certa credibilità perché l’attività UFO è stata associata con strane nubi. Ad esempio, il 27 ottobre, 1954, diverse imbarcazioni a forma di uovo sono state viste volare attraverso il cielo nel pomeriggio a Firenze.

A un certo punto, l’UFO ha sorvolato uno stadio di calcio, come se guardasse gli eventi. Molti testimoni hanno descritto un “glitter silver” che ha cominciato a cadere dal cielo sopra la zona. Il bagliore sembrava come fiocchi di neve, se esaminato a terra.

La madonna con bambino

L’opera “ufologica” più conosciuta e citata in libri e pagine web è però la Madonna con Bambino e San Giovannino esposta a Palazzo Vecchio a Firenze. È stata attribuita a Jacopo del Sellaio o, più recentemente, a Sebastiano Mainardi, artisti della fine del Quattrocento fiorentino, l’epoca della Repubblica e delle predicazioni di Gerolamo Savonarola.

Questo dipinto, conosciuto ormai come la Madonna dell’UFO, è stato inserito in un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dalla UFO Research Coalition e citato come unica raffigurazione antica di un UFO. In un articolo di Daniele Bedini, pubblicato in Notiziario UFO – n. 7 (Luglio – Agosto 1996) leggiamo che sullo sfondo:

“si rileva chiaramente la presenza di un oggetto aereo, color grigio piombo, inclinato sulla sinistra e dotato di una “cupola” o “torretta”, apparentemente identificabile come un mezzo volante di forma ovoidale in movimento”.

A prima vista quell’oggetto che compare alle spalle della Vergine pare davvero strano: una piccola nuvola scura dalla quale escono raggi luminosi.

Nel dipinto si vede anche un uomo che sta guardando verso l’oggetto e il suo cane sembra abbaiare contro di lui, il che suggerirebbe che l’oggetto non è divino.

Raggi di luce appaiono intorno alla cosa. La posizione della Madonna nei confronti dei suoi figli ha portato alcuni a suggerire che li protegge dal corpo estraneo. Il suo alone sembra anche essere più scuro e più forte in questa particolare cornice. Questo potrebbe essere collegato con l’oggetto nel cielo dietro di lei?

Rappresentazioni tratte da vangeli non canonici?

Dobbiamo ricordare che in quell’epoca i soggetti sacri non venivano tratti solo dai quattro vangeli oggi considerati canonici, (Marco, Matteo, Luca e Giovanni) ma anche dagli Apocrifi, testi più tardi, spesso di carattere popolare e narrativo. Uno dei più famosi era il Protovangelo di Giacomo, dal quale Giotto trasse le Storie dell’Infanzia di Maria, il più citato nella definizione del dogma della Verginità. E proprio in questo vangelo apocrifo troviamo una scena della Natività in cui non compare un angelo, come nella versione più conosciuta, ma una “nube luminosa”:

“[19, 2] Si fermarono nel luogo dov’era la grotta, ed ecco una nuvola luminosa adombrava la grotta. […] E subito la nuvola si dissipò dalla grotta e apparve una grande luce nella grotta, tanto che i nostri occhi non la potevano sopportare” (I Vangeli Apocrifi, a cura di Marcello Craveri, Torino, 1969, p. 21).

Battesimo di Cristo di Aert De Gelder

Altra opera interessante è il “Battesimo di Cristo” di Aert De Gelder in cui si vede anche in questo caso una “nuvola” ovale, o un apertura tra le nuvole evidentemente stilizzata ed evidentemente in contrasto con la raffigurazione delle altre nuvole con dei fasci luminosi che arrivano ad illuminare la scena del battesimo.

Gelde era uno studente di Rembrandt. Alcuni credono che avrebbero dato l’accesso all’artista agli archivi d’arte del Vaticano e la loro “conoscenza segreta”. Come risultato, molte persone credono che i dipinti di Gelde, soprattutto questo, trasmettono sapientemente questa conoscenza segreta al pubblico.

Se questo è vero o no, è ancora aperto il dibattito. Ma quattro colonne di luce (piuttosto che un singolo fascio) provenienti dal cerchio sembrano suggerire che potrebbe anche essere un oggetto.

L’Annunciazione di Ascoli

L’Annunciazione di Ascoli, o Annunciazione con sant’Emidio, è un dipinto a tempera e oro su tavola trasportata su tela (207×146 cm) di Carlo Crivelli, datato al 1486 e conservato nella National Gallery di Londra. È firmato OPVS CAROLI CRIVELLI VENETI 1486.

Si tratta di una delle opere più celebri dell’artista, in cui il connubio tra razionalità prospettica rinascimentale e decorativismo gotico raggiunge il suo massimo culmine, facendone uno dei capolavori più significativi del Rinascimento nelle Marche.

In alcune spiegazioni del dipinto si legge: Attraverso un’apertura nella parete un raggio di luce divina entra in casa di Maria e accompagna il volo della colomba dello Spirito Santo, che giunge sulla donna umilmente inginocchiata davanti al leggio su cui stava consultando le Scritture.

Il fascio di luce proveniente da un cerchio nel cielo verso la testa di Maria è spiegato dalla maggior parte dei critici d’arte tradizionali e storici come l’alone del Signore proiettato su Maria.

La Madonna di Foligno

Nella Madonna di Foligno di Raffaello compare un grosso corpo luminoso che cade sul tetto di un edificio.

Glorificazione dell’eucaristia di Ventura Salimbeni

La teoria “fantasiosa” è che l’oggetto a forma di globo posizionato tra Gesù e il Santo Padre, sulla parte superiore del dipinto, è un dispositivo di monitoraggio o satellite artificiale. Infatti, un telescopico “occhio” è visibile in basso a sinistra della palla.

Altri sottolineano le similitudini tra l’oggetto dipinto e lo Sputnik 1, il primo satellite che è stato lanciato nello spazio. Queste persone ipotizzano addirittura che l’artista poteva tramite visione aver visto qualcosa dal futuro.

Gli storici invece suggeriscono che l’oggetto è un “mondo della creazione” e che le “antenne” sono le bacchette di Gesù e il Signore. I critici di questa teoria sostengono che non ci sono stelle nel globo della creazione e sembra avere una finitura metallica, suggerendo che è artificiale e non divina.

La Tebaide di Paolo Uccello

Dipinta a metà del 15 ° secolo, La Tebaide (nota anche come “Scene di vita eremitica”) è un montaggio di scene che mostrano vari aspetti e le credenze della vita monastica. Parte dell’immagine mostra Gesù sulla croce, e molti appassionati con una visione acuta osservato un piccolo disco rosso a forma di UFO nella scena di sfondo.

Gli scettici sostengono che l’oggetto rosso a forma di disco non è altro che un cappello cardinalizio tradizionale, che appartiene a San Girolamo, la persona in ginocchio davanti alla croce.

La Crocifissione di Cristo

La crocifissione di Cristo, che pende sopra l’altare del monastero di Visoki Decani in Kosovo, rappresenta la crocifissione di Gesù Cristo con un cerchio librarsi in aria in ogni angolo del dipinto.

Il pilota nell’angolo in alto a destra sta guardando l’“aeromobile” dietro di lui, come se fosse inseguito. Entrambi i piloti sembrano indossare tute spaziali e la mancanza di aureola intorno a loro sembra escludere la possibilità che essi siano esseri divini.

I teorici tradizionali hanno suggerito che i presunti UFO sono simboli del sole e della luna. Tuttavia, la chiesa cristiana non riconosce il sole o la luna come divinità o esseri divini.

Come abbiamo già detto quando questo dipinto è stato creato, questo suggerimento, che siano gli astri o che siano astronavi, sarebbe stato considerato blasfemo e avrebbe potuto causare la condanna a morte della persona che lo ha fatto, eppure… eccolo qui forse a dimostrazione del fatto che allora questi fenomeni erano talmente evidenti che anche se non se ne doveva parlare erano indiscutibilmente conosciuti.

Israele, mettere la vostra speranza nel Signore

In questo misterioso dipinto del 1600 c’è un oggetto a forma di disco gigante sopra una chiesa in fiamme. Il dipinto è attualmente nel Monastero dei Domenicani a Sighisoara, Romania.

Fenomeno celeste di Norimberga

Concludiamo questa carrellata di dipinti rinascimentali con una incisione storica che ha fatto impazzire gli ufologi di tutto il mondo. Parliamo del “fenomeno” celeste di Norimberga.

Viene comunemente assoggettato ad un evento naturale che si chiama parelio, che, interpretando un’incisione realizzata all’epoca dal tipografo Hans Glaser, potrebbe essere accaduto a Norimberga all’alba del 14 aprile 1561.

L’incisione rappresenta il Sole contornato da due grandi archi semicircolari e diverse figure simboliche, tra cui dei cannoni con le relative palle da essi sparate. Sotto l’incisione è riportato un testo che descrive l’immagine. Nella prima parte Glaser racconta ciò che sarebbe accaduto riferendo di una terribile apparizione vista da numerosi uomini e donne dentro e fuori le porte della città: all’inizio il Sole apparve contornato da due archi color rosso sangue, simili alla Luna nel suo ultimo trimestre, poi apparvero anche delle croci e delle strisce che iniziarono a spostarsi e a combattere tra di loro, infine apparve qualcosa di simile ad una grossa lancia nera. Nella seconda parte del testo Glaser afferma che solo Dio sa il significato di ciò che è apparso in cielo ed ammonisce i suoi lettori a non ignorare questi segni divini, invitandoli al pentimento.

Nel 1958 perfino lo psicanalista Carl Gustav Jung citò il caso di Norimberga, assieme al fenomeno celeste di Basilea del 1566, nel saggio psicanalitico dedicato al tema dell’ufologia Ein moderner Mythus: Von Dingen, die am Himmel gesehen werden (“Un mito moderno. Le cose che si vedono nel cielo”).

 

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