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Il tema dei giganti ha da sempre catturato l’immaginazione dell’umanità, intrecciando miti, leggende e riferimenti storici che attraversano diverse culture e epoche. L’idea di esseri umani di statura straordinaria, spesso dotati di poteri sovrumani, si ritrova nei racconti mitologici di civiltà antiche, nelle tradizioni popolari e persino nei testi sacri.

I Nephilim nella Bibbia

Uno dei riferimenti più noti ai giganti si trova nella Bibbia, nel libro della Genesi (6:1-4). Qui si parla dei Nephilim, descritti come esseri nati dall’unione tra i “figli di Dio” e le “figlie degli uomini”. Il passo biblico li ritrae come figure potenti e leggendarie, spesso associate a una grande forza e una statura imponente. Si narra che i Nephilim fossero presenti sulla Terra “in quei giorni” e che la loro esistenza rappresentasse un’epoca di mistero e corruzione, che avrebbe condotto al diluvio universale.

I Giganti nella Mitologia Greca

La mitologia greca è ricca di storie di giganti. I Giganti, noti come Gigantes, erano figli di Gaia, la Madre Terra, e vennero generati dal sangue del titano Urano quando fu evirato da Crono. Secondo il mito, i Giganti tentarono di rovesciare gli dèi dell’Olimpo in una grande battaglia conosciuta come Gigantomachia. Tra di loro, figure come Encelado e Porfirione sono ricordate per la loro ferocia e per il ruolo che ebbero nel cercare di sfidare Zeus e gli altri dèi.

I Giganti nella Mitologia Nordica

Anche nella mitologia nordica, i giganti svolgono un ruolo fondamentale. Conosciuti come Jotnar, questi esseri erano nemici degli dèi Aesir e Vanir. Gli Jotnar vivevano a Jotunheimr, un regno separato dal mondo degli uomini e degli dèi. Alcuni giganti, come Ymir, sono particolarmente importanti: secondo la mitologia, Ymir fu il primo gigante e dal suo corpo gli dèi crearono il mondo. I giganti nordici, sebbene spesso rappresentati come antagonisti, erano anche creature sagge e portatrici di conoscenze antiche.

Giganti e Tradizioni Popolari

Oltre ai miti classici, le tradizioni popolari di molte culture narrano di giganti. In Irlanda, ad esempio, la leggenda di Finn MacCool descrive un gigante che avrebbe costruito il famoso Giant’s Causeway per raggiungere la Scozia. In Sardegna, si parla delle Tombe dei Giganti, antiche strutture funerarie nuragiche che il folklore associa a esseri umani di proporzioni straordinarie, sebbene non ci siano prove archeologiche di tali creature.

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Interpretazioni Scientifiche e Archeologiche

Alcuni ritrovamenti archeologici e racconti di esploratori hanno alimentato il mito dei giganti. Tuttavia, molti di questi sono stati smentiti o attribuiti a fraintendimenti. Scheletri di dimensioni eccezionali possono essere spiegati con il gigantismo, una rara condizione medica causata da un’eccessiva produzione di ormone della crescita. Nonostante ciò, la mancanza di prove concrete non ha fermato le teorie e i dibattiti su una possibile razza di giganti esistita in tempi remoti.

Giganti nel Mondo Moderno

Il fascino per i giganti persiste nel mondo moderno, alimentato da film, libri e documentari. La loro immagine è spesso associata a forza, potere e mistero, elementi che continuano a intrigare il pubblico. La figura del gigante rappresenta, in molti casi, una metafora per sfide imponenti o forze inarrestabili, rendendola un simbolo che trascende tempo e spazio.

Ritrovamenti negli Stati Uniti

Il 4 maggio 1912, il New York Times riferì del ritrovamento di 18 scheletri umani di dimensioni straordinarie presso il lago Delavan, nel Wisconsin. Questi resti presentavano crani allungati e dimensioni che sfidavano le teorie evoluzionistiche dell’epoca. Tuttavia, i reperti scomparvero misteriosamente, impedendo ulteriori analisi.

In un altro caso, nel 1908, il New York Times riportò che Charles Clapp, responsabile di una miniera in Messico, affermò di aver scoperto una grotta contenente gli scheletri di 200 individui, tutti alti oltre 2,5 metri. Anche in questo caso, non seguirono verifiche ufficiali.

impronta gigante
Impronte lasciate da un essere enorme in un villaggio cinese.

Scoperte in Europa

Nel 1613, a Chaumont, in Francia, fu scoperto uno scheletro di circa 7,7 metri, attribuito al leggendario gigante Teutobocus. Questa scoperta suscitò grande interesse, ma l’interpretazione dei resti rimane controversa.

In Italia, nel 1663, a Tiriolo, in Calabria, furono rinvenuti scheletri di grandi dimensioni, alimentando leggende locali sui giganti. Tuttavia, la mancanza di documentazione scientifica rende difficile una valutazione accurata di questi ritrovamenti.

Nel corso degli anni, sono emerse notizie di presunti ritrovamenti di scheletri di dimensioni eccezionali in varie parti del mondo. Nel 1938, ad esempio, l’archeologo Amedeo Maiuri e il suo team scoprirono resti ossei imponenti vicino al Tempio di Giove sull’Acropoli di Cuma, in Italia.

In Ecuador, nel 2019, due scienziati recuperarono i resti di uno scheletro umano dalle dimensioni apparentemente molto generose. Attraverso metodi di misurazione da campo, si giunse alla conclusione che l’uomo a cui appartenevano, vissuto tra il 1200 e il 1600 d.C., era alto ben 2,1 metri; in pratica, un vero e proprio gigante, considerando la statura media dell’epoca.

Tuttavia, molti di questi ritrovamenti sono stati successivamente smentiti o attribuiti a fraintendimenti. Ad esempio, alcune immagini che circolano online, apparentemente raffiguranti scheletri giganti, sono in realtà creazioni artistiche o manipolazioni digitali.

In Sardegna, esistono le cosiddette “Tombe dei Giganti” zone isolate dove abitanti dei luoghi e loro discendenti riferiscono di tradizioni orali in cui alcuni di questi giganti circolavano indisturbati sull’isola in convivenza con gli umani del luogo. Qualcuno tutt’oggi ancora racconta che da bambino era solito portare le pecore in un pascolo lontano dove all’interno di una grotta vi era un gigante mummificato. Questo luogo è rimasto inviolato per anni ma quando qualcuno fece trapelare la voce al di fuori della piccola comunità del luogo arrivarono delle persone che prelevarono i resti asserendo che sarebbero stati studiati in un museo e naturalmente se ne persero le tracce.

Analisi scientifica e scetticismo

Nonostante le numerose segnalazioni, la comunità scientifica rimane quindi scettica riguardo all’esistenza di una razza di giganti umani ma molti ritengono che una parte della comunità scientifica, quella che effettivamente ha avuto accesso ai ritrovamenti sa più di quello che ammetterebbe mai.

In ogni caso va detto che molti dei presunti ritrovamenti sono stati attribuiti a fraintendimenti, falsificazioni o interpretazioni errate di resti fossili di grandi animali preistorici. Ad esempio, alcuni frammenti ossei ritrovati in Europa, inizialmente attribuiti a giganti, sono stati successivamente identificati come parti di mascelle di ittiosauri, rettili marini preistorici di grandi dimensioni.

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Il dito gigante egiziano

Ma cosa si può dire quando si trova un dito mummificato di 38cm se non che presumibilmente poteva appartenere ad un gigante di oltre quattro metri?

Il dito gigante egiziano raggiunge i 38 centimetri di lunghezza. Per confrontare le dimensioni, c’è una banconota accanto ad essa. Secondo la pubblicazione le foto sono datate 1988, ma sono state fornite per la prima volta, peraltro, esclusivamente per questo quotidiano tedesco.

Questa foto e altre molto simili sono state scattate da Gregor Spoerri, un imprenditore svizzero e appassionato ammiratore della storia dell’antico Egitto. Secondo lui, nel 1988 uno dei fornitori privati ​​in Egitto aveva promesso di organizzare un incontro con il ladro di antiche sepolture. L’incontro si è svolto in una piccola casa a Bir Hooker, un centinaio di chilometri a nord est del Cairo. Ha mostrato allo Spoerri un dito avvolto negli stracci.

Secondo Spoerri, era una borsa di forma oblunga dall’odore intenso e il suo contenuto era sorprendente. A Spoerri è stato permesso di tenere la reliquia e di scattare alcune foto perché ha pagato loro $ 300 per questo. Per fare un confronto, ha messo accanto a una banconota di 20 sterline egiziane. Il dito era molto asciutto e leggero. Spoerri ha notato che era incredibile, la creatura a cui apparteneva avrebbe dovuto essere alta almeno 5 metri (quasi 16.48 piedi).

Per dimostrare l’autenticità, un tomb raider ha mostrato una foto di una radiografia del dito mummificato scattata negli anni ’60. Il certificato di autenticità del ritrovamento era della stessa epoca. Spoerri gli chiese di vendere la reliquia, ma il ladro rifiutò, dicendo che il suo valore era molto importante per la sua famiglia. Insomma, era il tesoro della sua famiglia. Pertanto Spoerri dovette fuggire dall’Egitto senza niente.

Ecco un approfondito mini documentario su questo ritrovamento:

E per gli iscritti al canale anche un video in italiano che tratta l’argomento:


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