Il caso di Valerio Lonzi è stato per anni dibattuto dagli ufologi. Quando le testimonianze di un presunto incontro ravvicinato non portano prove visibili come fotografie od oggetti e si limitano a due o tre versioni di amici o conoscenti stretti, solitamente si archivia la questione come burla o tentativo di attirare un po’ di attenzione.
Superficialmente si potrebbe fare due più due e archiviare subito il caso ma la notorietà che ha avuto in seguito il caso grazie alle ipnosi regressive cui si è sottoposto Valerio Lonzi, al libro che le analizza scritto da Corrado Malanga e alla sua partecipazione a note trasmissioni televisive come “Il Bivio”, meritano ulteriori approfondimenti.
Valerio Lonzi al “Bivio”
Il libro, di cui abbiamo ampiamente parlato in quest’altro articolo, corredato inoltre di varie sessioni d’ipnosi regressive effettuate da Corrado Malanga contiene nomi e cognomi di medici che affermano di aver preso in carico l’allora ragazzo e sembrano confermare ciò che ha affermato.
La comunità scientifica, per contro, sostiene che come molti altri casi simili, anche di quello di Lonzi non vi è alcuna prova che il “rapimento” sia realmente avvenuto e che l’ipnosi regressiva (a cui è stato sottoposto) è facilmente condizionabile dall’ipnotista, pertanto non ha validità epistemica.
La vicenda è dell’estate del 1982, quando Valerio Lonzi aera adolescente.
Al tempo era uno scout e con alcuni suoi amici partecipò a un incontro organizzato a Reppia in località Pian della Biscia, una località montana tra Chiavari e Sestri Levante.
Il penultimo giorno di campeggio Valerio Lonzi e i suoi amici ebbero il primo episodio anomalo: poco dopo le 22 videro una sfera luminosa, (quella che Corrado Malanga ha poi definito con il nome di “LUX”), della grandezza di un pallone da calcio poggiata al suolo poco distante dalla loro tenda.
Era luminosa ed emetteva una luce verde impossibile da non essere vista; si trovava in un prato e la fonte della luce proveniva dal centro e man mano si attenuava verso l’esterno.
Valerio Lonzi e i suoi amici presero una torcia elettrica e si avvicinarono, ma quando puntarono il fascio di luce l’oggetto perse rapidamente intensità fino a spegnarsi. Giunti sul posto la sfera si era dissolta nel nulla, ma sul terreno era visibile un’orma semisferica nell’erba di colore giallastro come la paglia, a differenza del verde intenso della vegetazione del luogo.
Lonzi si piegò e avvertì un intenso calore provenire dal suolo; ipotizzò che per formare un’impronta del genere (molto profonda e calda) doveva trattarsi di un oggetto metallico molto pesante.
Secondo incontro
Nessuno dei ragazzi però diede alla cosa importanza perché quella sera avevano intenzione di divertirsi e avevano appuntamento per mezzanotte per andare al campo delle ragazze. Tornati alla tenda, Lonzi si distese nell’attesa che passasse il tempo, ma alle 23.15 circa dovette uscire dalla tenda perchè respirava male a causa di un po’ asma allergico.
Si guardò attorno e vide uno dei suoi amici, che era uscito per raccogliere la legna per il fuoco, a pochi metri da lui con una torcia nella mano destra, un’ accetta nella sinistra e la testa reclinata. Era immobile e in uno stato di trance; attorno a lui c’erano tre sfere luminose molto simili a quella vista precedentemente che stavano volteggiando a mezz’aria.
Le tre sfere poi si mossero verso di lui che istintivamente accese la torcia e la puntò nella loro direzione; colpite dalla luce persero luminosità e scomparvero nel nulla. In quel momento il suo amico si risvegliò e i due si guardarono in viso alla ricerca di una spiegazione.
Con loro sorpresa scoprirono che erano già le 00.15 e trovarono a terra la torcia elettrica fulminata e con il vetro rotto.
Convinti che nessuno li avrebbe creduti, decisero di non raccontare nulla a nessuno e di continuare il loro campeggio come se nulla fosse successo.
Per approfondire l’argomento non potete non leggere questo articolo tratto dal libro che ha meglio raccontato anche questo fenomeno di abduction:
La sorpresa a casa
Quando tornò a casa la madre di Lonzi notò delle ferite sulla sua schiena: sulla parte bassa c’erano tre profonde cicatrici lunghe circa 15 cm che i dottori spiegarono come un intervento chirurgico con tanto di punti di sutura. Valerio Lonzi non sapeva né come né quando gli erano state inflitte quelle ferite.
Fin qui vi ho riportato un sunto delle dichiarazioni di Lonzi in TV e su alcune riviste; dopo ci sarebbe quello che Malanga riportò nel suo libro. Ciò che sarebbe venuto fuori da due anni di analisi ipnotica è che Lonzi sarebbe stato vittima anche di altri rapimenti nella sua adolescenza.
Addirittura la madre prima della nascita del bambino avrebbe avuto un incontro ravvicinato con un UFO che l’avrebbe colpita con un raggio luminoso, senza però procurarle alcun tipo di danno.
Valerio Lonzi nella sua infanzia avrebbe più volte avvistato UFO e avrebbe avuto sogni lucidi in cui era in compagnia di alieni Grigi.
Oggi Lonzi indaga su fenomeni ufologici come collaboratore del CUN e, a suo dire, cerca risposte ai fenomeni che hanno caratterizzato la sua vita.
L’intervista a Valerio Lonzi nel 1994
Libri che hanno trattato il caso, in particolare quello di Corrado Malanga assolutamente da leggere per gli appassionati dell’argomento.