George Adamski fu il primo contattista a diventare noto alle cronache, raccontò di essere stato avvicinato da extraterresti fin dagli anni 50 e raccontò le sue avventure su Venere, la Luna, Saturno in alcuni libri diventati famosissimi.
Americano di origini polacche, raccontò di essere stato avvicinato da extraterresti fin dagli anni 50 e raccontò le sue avventure su Venere, la Luna, Saturno in alcuni libri diventati famosissimi.
La sua storia ha dato il via al filone ufologico contattista, rivisitato negli anni da altri contattisti diventati famosi e seguiti dal grande pubblico, ma spesso criticati da molti ufologi. Le storie di Adamski risultarono in breve tempo poco credibili nel giro perché erano fondate su conoscenze scientifiche che di lì a poco mutarono radicalmente.
Prima degli anni 60 non avevamo conoscenze dirette sulla Luna e su Venere, luoghi utilizzati dal contattista, dove sviluppò straordinari racconti poi sbugiardati anche davanti ai seguaci più ferventi. Nonostante le evidenti bufale raccontate c’è ancora chi difende la genuinità dei suoi racconti. Adamski scattò molte foto e girò diversi video ampiamente spiegati dagli scettici che li analizzarono.
Adamski fece affermazioni anche sul nostro satellite anni prima che il primo uomo vi mettesse piede. Durante un viaggio con i suoi amici extraterrestri disse di aver visitato la faccia nascosta della Luna e di avere visto laghi, fiumi, vegetazione e grandi città. Pochi anni dopo, nel 1959 la sonda sovietica “Luna 3” mandò le prime immagini della faccia nascosta ma non trovo nulla di quanto affermato dal contattista, le prime bugie vennero quindi a galla. Adamski tentò una difesa dichiarando che l’ente spaziale sovietico aveva alterato le immagini per nascondere un fatto di portata mondiale.
Secondo Adamski i pianeti dell’universo sono delle scuole nelle quali gli individui imparano determinate lezioni. Per il contattista la Terra era come un asilo infantile e chi nasce sulla Terra si reincarna in livelli molto bassi dell’evoluzione spiritiuale. Adamski fu il primo a legare l’ufologia alla religione chiamando gli alieni “fratelli dello spazio”, esseri viventi più evoluti oltre che tecnologicamente anche spiritualmente. I messaggi dei fratelli del cosmo provenienti dai vari pianeti del sistema solare avevano contenuti ecologisti e pacifisti, erano soprattutto messaggi che mettevano in guardia l’umanità dai pericoli delle armi atomiche da poco inventate.
Adamski, prima di diventare un contattista, aveva manifestato un grande interesse per le dottrine Teosofiche. Prima dei presunti incontri con gli alieni, infatti, fondò il Royal Order of Tibet, dove egli insegnava dottrine riguardanti la perfetta padronanza sugli eventi della propria vita.
Adamski copia Adamski
Adamski prima di raccontare in un libro le sue presunte avventure scrisse un racconto di fantascienza dal titolo “Pioneers of space” (1949) e solo in seguito raccontò le sue incredibili avventure con i fratelli dello spazio nel libro del 1955, il famoso “A bordo dei dischi volanti”. Nel libro del 1949 Adamski descrisse, come poi fece nel libro del 1955, gli stessi fenomeni da lui osservati, le lucciole dello spazio, la Luna e i suoi hangar artificiali, le montagne innevate, laghi, foreste, fiumi e piccoli animali che scorrazzavano sul suolo del nostro satellite. Descrisse, come nel racconto fantastico, anche il ricognitore con la lente di osservazione e la nave madre, ogni dettaglio tratto dalle sue avventure lo ritroviamo nel libro di fantascienza del 1949.
Nel settembre 1940, Science Fiction Storie pubblica una storia di Oscar J. Friend dal titolo “Kid from Mars”. L’autore descrive una bella astronauta aliena bionda, con un vestito che la ricopriva fino al collo, ai polsi ed alla caviglia, con una larga cintura alla vita, abbigliamento simile a quello indossato dai fratelli del cosmo di Adamskiana memoria.
Anche i Venusiani paiono gradire il nostro pianeta come meta turistica, nel 1935 Guy Ballard affermò di aver incontrato più volte 12 venusiani in una caverna, da cui ricevette molte informazioni. Adamski non poteva essere all’oscuro di Guy Ballard e della sua storia, perché il signore in questione era molto noto negli ambienti Teosofici tanto cari ad Adamski.
Adamski con i suoi racconti dimostrò tutta la sua ingenuità e finì per essere ingannato da uno lettera-scherzo fatta da un ufologo famoso, la Straith letter, una presunta commissione che avrebbe appoggiato l’operato del contattista.
Le famose foto di Adamski
Adamski non si limitò a raccontare i suoi incontri con gli alieni ma cercò di documentarli con foto, filmati e prove fisiche.
Nel libro Flying Saucers Have Landed, Adamski cercò di mostrare delle foto dei suoi dischi volanti attribuendoli a terzi, per conferire alle sue foto e alle sue storie più solidità, ma in realtà era sempre lui a fare le foto perché anni dopo la persona a cui erano state attribuite, il Sgt. Jerrold E. Baker, dichiarò di non averle mai scattate.
Conclusioni
Come mai George Adamski, il più famoso “contattista” di tutti i tempi, benché non fosse né uno scienziato, né, tanto meno, un astronomo, e benché i racconti dei suoi viaggi sulla Luna e su Venere a bordo dei dischi volanti siano palesemente fantasiosi, per non dire del tutto inverosimili, è stato sepolto nel cimitero militare di Arlington, come se fosse stato un eroe nazionale? Forse perché ha reso dei servigi alla C.I.A.?
Nella Appendice al bestseller “I dischi volanti sono atterrati” – scritto dallo stesso Adamski insieme a Desmond Leslie -, l’ufologo Roberto Pinotti faveva queste osservazioni:
Un editore americano del Wisconsin, Ray Palmer, alcuni ani dopo la pubblicazione di “Flying Saucers Have Landed”, affermò che Adamski gli aveva sottoposto nel 1943 un racconto avente la medesima trama del suo primo libro. Al posto del pilota venusiano, però, dall’U.F.O. discendeva Gesù Cristo. Nondimeno, scrisse Palmer nel 1965, “noi non abbiamo mai definito Adamski un bugiardo e ancor oggi accettiamo la sua storia per vera, pur sapendo che egli non incontrò nessun venusiano nel deserto nel 1952, che le impronte di quest’ultimo sono una contraffazione, e che egli non è mai salito a bordo del ‘ricognitore’ di Venere”. “Adamski”, conclude significativamente Palmer, “aveva un’esperienza, genuina in ogni dettaglio, da rendere nota, ma dovette fare uso della saga dei ‘dischi volanti’ come di un ‘mezzo’ atto a proclamare il suo messaggio”.
“Le affermazioni di Adamski circa il suo viaggio su Saturno”, scrisse nel 1964 il suo ex segretario C. A. Honey, “sono in completo accordo con le esperienze dello stesso tipo che i sensitivi (‘medium’) riferiscono ogni giorno. Un’altra ragione per cui credo che egli si sia ingannato pensando di avere fatto un viaggio sul piano fisico è il fatto che egli cominciò a fare ricorso alla ‘trance‘ medianica circa due anni fa…”. “Reputo”, conclude C. A. Oney, “che i ‘Fratelli’ lo abbiano sotto controllo ipnotico. Penso che il suo viaggio su Saturno si sia prodotto nello stesso modo”.
Se quest’ultima ipotesi ha un qualche fondamento, allora la domanda successiva dovrebbe essere: chi esercitava un controllo ipnotico su George Adamski, per spingerlo e dire e fare quello che disse e che fece? Non si potrebbe pensare, oltre che a quegli improbabili “Fratelli” dello spazio, a qualche settore della N.A.S.A. o della C.I.A., il che fornirebbe la spiegazione per la sepoltura nel cimitero di Arlington, dato che la partecipazione alla campagna messicana di Pershing è un motivo troppo debole (ad essa parteciparono 10.000 uomini, e non hanno meritato un tale onore)?
Sono come sempre solo ipotesi, la verità sarà nota solo a pochi, ma voi cosa ne pensate?
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