Oggi parliamo di un oggetto fuori posto, o oopart, la Piramide Nera fluorescente con l’occhio che tutto vede.
Nel 1984, un ingegnere in cerca di pepite d’oro si imbatte in una scoperta impressionante: una grotta nella giungla di La Manà, Ecuador, con più di 300 misteriosi artefatti. Tra i ritrovamenti, quello che colpisce di più è una piramide nera con proprietà fluorescenti, modellata secondo la simbologia attribuita agli “Illuminati di Baviera”. Inoltre, l’artefatto presenta un’iscrizione in pre-sanscrito. Dunque, gli illuminati operavano già 4 mila anni fa oppure si sono ispirati ad oggetti simili?
OOPART (acronimo derivato dall’inglese Out Of Place ARTifacts, «manufatti, reperti fuori posto»)
È considerato uno dei più grandi misteri insoluti del terzo millennio.
Si tratta di una Piramide ricavata da una pietra nera, e presenta incise tredici file di mattoni, su cui si staglia l’enigmatico “occhio che tutto vede”, tutto molto simile alla piramide che compare sulla banconota americana da un dollaro.
Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la reliquia presenta alcuni caratteri incisi in quelli che sono stati riconosciuti come appartenenti all’alfabeto pre-sanscrito, ovvero la lingua matrice del sanscrito in uso circa 4 mila anni fa.
Dunque, come è possibile coniugare nello stesso oggetto un simbolo del 18° secolo con un’iscrizione del 3°-4° millennio a.C.? Le decorazioni “massoniche” sono state realizzate in un secondo momento? Oppure, la Piramide Nera indica che la tradizione degli “illuminati” è molto più antica di quanto si pensi?
È possibile che gli aderenti a questa setta siano in possesso di conoscenze occulte risalenti al passato remoto dell’umanità e che facciano riferimento agli “antichi dei” che discesero sulla Terra? Grandi domande, per poche risposte disponibili.
La scoperta
Il ritrovamento della Piramide Nera si deve all’ingegnere Elias Sotomayos, il quale, tutt’altro che interessato a misteriosi reperti archeologici, era impegnato in una corsa all’oro nella giungla di La Manà, Ecuador.
Nel corso della spedizione, il cercatore d’oro si imbatté in un tunnel che si addentrava per più di 100 metri nelle viscere delle montagne ecuadoregne, fino ad arrivare in una camera con più di 300 reperti di origine sconosciuta, tra cui figurava la Piramide Nera.
Altre ai mattoni incisi e alla scritta in pre-sanscrito, la piramide presenta un ulteriore componente interessante: un occhio intarsiato alla sommità della piramide realizzato con un misterioso materiale che si mostra fluorescente quando illuminato da luce ultravioletta.
Tuttavia, secondo il ricercatore austriaco Klaus Dona, cercatore di “oggetti fuori posto” (Ooparts), l’occhio sulla piramide non sembra umano; l’intento della fluorescenza era forse quello di renderlo come “occhio divino”, illuminato e illuminante.
LETTURE CONSIGLIATE
Costellazione di Orione e testo
La Piramide Nera, sotto la base, presenta un altro affascinante dettaglio: un intarsio piatto realizzato con poco oro che riproporebbe la disposizione delle tre stelle della Cintura di Orione.
Inoltre, sempre sulla base, sono incisi cinque simboli che secondo il professor Kurt Schildmann (1909-2005), uno dei linguisti più esperti al mondo e presidente dell’Associazione Linguistica Tedesca, sarebbero caratteri dell’alfabeto pre-sanscrito, una lingua molto più antica del sanscrito, di cui sarebbe la matrice.
Il professor Schildmann è riuscito a decifrare la scrittura, ottenendo questa traduzione:
“Il Figlio del Creatore viene da qui…”
Molte antiche pietre e manufatti in terracotta presentano la stessa scrittura, nonostante siano stati scoperti nei più disparati angoli della terra: Ecuador, Colombia, Illinois, Francia, Malta, Australia e Italia.
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