Jim Caviezel era una star del cinema, almeno fino a quando non ha rappresentato la Passione di Gesù sul grande schermo. Caviezel – che prima del 2004 era vezzeggiato dallo star system di Hollywood come una delle maggiori promesse -, dopo la “Passione” si ritrova con tutte le porte sbattute in faccia. Avrebbe potuto interpretare Superman, ma il regista Bryan Singer lo ha respinto perché credeva che la gente avrebbe finito per identificarlo con il suo famoso personaggio di Cristo.
Jim Caviezel è un attore tutt’altro che “banale” e già solo il fatto che Mel Gibson lo abbia scelto per le sue iniziali “J.C.”, per la sua fervente fede cattolica e per gli anni che aveva quando ha interpretato il Figlio di Dio nel film La Passione di Cristo- (aveva curiosamente 33 anni), è un fatto per nulla “casuale”.
«Fare Gesù nella “Passione” di Mel Gibson mi ha distrutto la carriera a Hollywood, ma la mia fede mi ha aiutato a fare le scelte giuste nella vita»
Jim Caviezel
«Sempre più persone a Hollywood mi hanno chiuso le porte. Così, piano piano, mi sono ritrovato ai margini del cinema. Ero consapevole del fatto che questo sarebbe potuto accadere e non mi pento della scelta che ho fatto. Come cattolico e come attore…Gibson mi aveva avvertito che sarebbe stata dura.
Riprese difficili
Poi durante le scene della flagellazione, sono stato colpito per errore, ho ricevuto ferite profonde; mi sono slogato una spalla in una scena della crocifissione, quello che è successo a Gesù veramente: il dolore che ho provato non è niente a confronto, ma lo ricordo bene…ed è tutto rimasto nelle scene del film. Abbiamo dovuto provare la scena della crocifissione per settimane…
Faceva così freddo che sembrava che i coltelli mi attraversassero. Ho avuto l’ipotermia…La mia bocca tremava in modo incontrollabile. Le braccia e le gambe sono diventate insensibili. Stavo soffocando su quella croce…
L’intervista/testimonianza di Jim Caviezel
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