Dopo avervi parlato della meditazione camminata del maestro Zen Thich Nhat Hanh in quest’altro articolo proponiamo un estratto da un altro suo libro in cui parla della meditazione in metropolitana (o autobus).
Il maestro Zen Thich Nhat Hanh è un leader spirituale, poeta e attivista per la pace conosciuto in tutto il mondo per i suoi insegnamenti e libri di successo sulla consapevolezza e sulla pace. Un monaco gentile e umile, che Martin Luther King ha definito “un apostolo della pace e della non violenza” quando lo ha nominato per il Premio Nobel per la Pace.
Esiliato dal suo paese natio, il Vietnam, per quasi 4 decenni, Thich Nhat Hanh è stato un pioniere della diffusione del Buddhismo e della consapevolezza in Occidente, e della creazione di una comunità Buddhista impegnata nel Ventunesimo secolo.
Potete approfondire la straordinaria vita di Thich Nhat Hanh andando sul sito plumvillage.org.it in particolare in questa pagina.
Non c’è niente di sbagliato nel meditare solo per meditare, nello stesso modo in cui si ascolta la musica solo per ascoltare la musica.
Alan Watts, ‘La via dello zen’
Le tecniche meditative non ordinarie di Thich Nhat Hanh
Thich Nhat Hanh ha trovato nuovi modi per insegnare l’arte della respirazione consapevole e della camminata consapevole come fondamento della meditazione. Ha creato pratiche semplici come lavarsi i denti in modo consapevole, lavare i piatti in modo consapevole e “meditazione al mandarino”. Ha sviluppato un nuovo stile di meditazione camminata e modi per combinare l’ascolto profondo con la consapevolezza della compassione per aprire la comunicazione. Ha iniziato un modo gentile di guidare i gruppi nella meditazione, in modo che anche i principianti potessero usare la meditazione del respiro come un modo per guardare in profondità, affrontare le sfide e guarire, piuttosto che sfuggire al momento presente.
Respirare consapevolmente ci aiuta a gestire le emozioni forti, come rabbia, paura, ansia e disperazione, e ci aiuta a generare momenti di felicità nella vita quotidiana. Per Thich Nhat Hanh, la consapevolezza è un’energia da coltivare tutto il giorno Scopri di più su come praticare la consapevolezza, per sostenere un’azione compassionevole in modo da poter aiutare ad alleviare la sofferenza in noi stessi e nel mondo.
Leggiamo un estratto dal libro “Il cuore dell’insegnamento del Buddha”
La metropolitana è un posto molto adatto, per meditare, perché, in quanto mezzo di trasporto pubblico, ci consente di avere del tempo a disposizione senza dover fare niente in particolare.
Non c’è silenzio ed è piena di stimoli visivi, ma è comunque un’ottima occasione per esercitare la consapevolezza, sia rispetto alle nostre sensazioni e stati mentali, sia rispetto al corpo.
Ma anche come puro godimento del momento presente.
Rispetto ad altri mezzi, come l’autobus, ci consente inoltre di mantenere una certa stabilità, nel senso fisico del termine. Ed è anche un po’ più facile trovare posto a sedere. Ma per chi non vive in una città dotata di questa meraviglia della tecnologia, immagino che possa andare bene anche l’autobus.
Questa forma di meditazione che propongo sfrutta, in particolare, un’altra caratteristica di questo mezzo: la suddivisione del tragitto in fermate. Sapendo in anticipo quante fermate dovremo affrontare, possiamo adottare, per ciascuna delle tratte percorse, una “gatha”, cioè una frase di guida per la meditazione.
Naturalmente è difficile concentrare l’attenzione interamente sugli aspetti suggeriti dalle frasi guida, a differenza della meditazione seduta “formale”.
Ad esempio, mentre mi concentro sul respiro che entra e che esce dal mio corpo, non posso evitare di essere stimolato da fattori esterni. Ad esempio, la voce che annuncia le fermate, o una persona che mi chiede il permesso (o mi spintona, magari) per farsi spazio tra i viaggiatori. Neanche sarebbe tanto logico: meditare non significa vivere in un altro mondo!
Tanto meglio: c’è l’opportunità di mantenere sempre il contatto col respiro e stare pienamente con quello che c’è nel momento presente.
Oltre tutto, possiamo osservare le nostre reazioni: cosa provoca in me questa persona che mi ha urtato senza chiedermi scusa, e la mendicante che racconta a voce alta le sue presunte disgrazie per suscitare pietà, o il caldo soffocante, se l’aria condizionata non funziona? Ho fretta di arrivare a destinazione? Cosa provo, a stare a stretto contatto con questa gente intorno a me?
Ecco, di seguito, un esempio di sequenza adottabile per un tragitto di 5 fermate.
Inspirando, so che sto inspirando.
Espirando, so che sto espirando.
Dentro/fuori.
Inspirando la mia inspirazione si è fatta profonda
Espirando, la mia espirazione si è fatta lenta.
Profondo/lento.
Inspirando, mi sento calmo.
Espirando mi sento a mio agio; non sto più lottando.
Calma/agio.
Inspirando, sorrido.
Espirando, mi libero da tute le ansie e preoccupazioni.
Sorrido/lascio andare.
Inspirando, dimoro nel momento presente.
Espirando, so che è un momento meraviglioso.
Momento presente/momento meraviglioso.
Thich Nhat Hanh
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