Il concetto di “memoria dell’acqua”, è oramai noto a molti grazie al lavoro di pionieri del calibro dell’immunologo Jacques Benveniste, del biologo e virologo oltre che premio nobel Luc Montagnier e del ricercatore Masaru Emoto.
La scienza ufficiale trema dietro queste affermazioni e si guarda bene dal portare avanti studi e ricerche poichè se tali ricerche (già effettuate dai pionieri sopra nominati), dovessero portare a risultati inoppugnabili e dovessero essere per forza di cosa pubblicati su riviste scientifiche le conseguenze sarebbero inimmaginabili.
Adesso si sorride ingenuamente quando si pensa alla “memoria dell’acqua” come alla capacità dell’acqua di ricordare un concetto come fa la mente umana, qualcuno ha anche creato dei discutibili meme che seppur divertenti altro non fanno che screditare degli studi scientifici di massima importanza.
Comprendere cosa si intende “veramente” per memoria dell’acqua, significa anche comprendere quali potrebbero essere i reali sviluppi nell’ambito della medicina, dell’agricoltura o del nostro vivere quotidiano e ci fa capire anche i motivi per cui “grandi poteri” preferiscono non se ne parli.
Scegliemmo Masaru Emoto come portavoce di questi studi solo perchè tutti gli scritti e gli studi ricercati, letti e studiati da noi di Beneveniste e Montagnier risultavano alla fine troppo scientificamente complessi per un blog informativo come viviliberamente.com. Con questo intendiamo dare risposta a chi ci ha scritto che: pur avendo apprezzato l’articolo ritiene che gli studi dei due scienziati sarebbero più importanti. Ecco… chi ha l’interesse e le capacità intellettuali per comprendere questi studi li legga assolutamente, sicuramente saprà anche cercarli, per tutti gli altri abbiamo pensato che Masaru Emoto era riuscito a a portare questo argomento alla gente in maniera semplice e comprensibile.
In ogni caso in questo articolo di seguito proveremo ad esemplificare gli studi di questi due grandi pionieri nella maniera più semplice possibile raccontandoveli semplicemente.
Oggi lasciamo anche la parola all’ex docente di Chimica Corrado Malanga che da buon studioso dalla mente aperta e non schiavo dei poteri forti di cui abbiamo accennato prima questi studi se li è letti e si è fatto anche lui una certa idea… ascoltate quindi questo breve video prima di passare ad una delle sue possibili applicazioni nel mondo reale di cui parleremo in seguito.
Qualcuno starà quindi pensando ma questi sono i concetti dell’omeopatia? o dei Fiori di Bach? E siccome i principi dell’omeopatia sono contenuti nelle opere di Samuel Hahnemann (1755-1843) questa cosa è risaputa da almeno duecentocinquant’anni…
Già, proprio così… quasi tutti hanno sentito parlare di omeopatia o di fiori di Bach, noi ne sappiamo poco a dire il vero, anzi se chi legge è un esperto di questi argomenti e vuole scriverci un bell’articolo saremo felici di pubblicarlo con tanto di fonte.
Per il momento vi diciamo che, pur dissentendo completamente, la posizione ufficiale della scienza nei confronti dell’omeopatia e su quanto riportato da wikipedia sull’argomentio ci dice che: “Nonostante molteplici studi, non sono state trovate prove oggettivamente valide sull’efficacia dell’omeopatia nel trattare qualsiasi tipo di patologia. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio”.
Anche riguardo gli studi sui fiori di Bach la scienza ufficiale non è stata meno clemente smentendo qualsiasi effetto terapeutico della floriterapia sostenendo che (sempre fonte wikipedia): “nella più favorevole delle ipotesi, può funzionare come placebo, … l’ipotesi che i rimedi floreali siano associati ad effetti superiori al placebo non è supportata da dati provenienti da studi clinici rigorosi”.
Purtroppo noi non siamo riusciti a reperire tali accreditati e rigorosi studi, ma solo dichiarazioni di medici che sostenevano e sostengono questo, come per esempio Edzard Ernst per l’affermazione di qui sopra.
Se conoscete questi studi sottoponeteceli che li pubblicheremo a nota dell’articolo. Per questo motivo e fino a prova contraria preferiamo sostenere e dare voce agli studiosi che invece scevri da interessi e condizionamenti sostengono il contrario.
In estrema sintesi
Jacques Benveniste (Parigi 1935 – 2004)
Il concetto di memoria dell’acqua fu proposto per la prima volta da Jacques Benveniste (Parigi 1935 – 2004) laureato in medicina, dopo aver esercitato in alcuni ospedali parigini si è dedicato alla ricerca biomedica.
Nel 1978 è diventato direttore di ricerca all’INSERM (Clamart), quindi capo dell’unità di immunologia.
In ambito scientifico il suo nome diviene celebre nel 1979 per aver scoperto la molecola del PAF (Platelet-Activating Factor, in italiano fattore attivante le piastrine), un fattore biochimico fondamentale per l’attivazione piastrinica.
Benveniste era parte integrante dell’establishment. Il suo nome venne alla ribalta nel 1988, quando pubblicò su Nature risultati delle sue ricerche riguardanti la cosiddetta “memoria dell’acqua”.
In tale articolo, riportava che alcuni dei di anticorpi che sono stati diluiti così tanto da non contenere affatto nessuna di queste biomolecole.
Risultato incredibile, era come se le molecole d’acqua in qualche modo mantenessero una memoria degli anticorpi con cui erano venute a contatto in precedenza, cosicché rimaneva un effetto biologico quando gli anticorpi non erano più presenti.
Ciò, validava le affermazioni riguardanti le altamente diluite medicine omeopatiche.
Naturalmente, l’articolo fece sensazione. “L’Omeopatia trova un supporto scientifico”, affermò Newsweek. L’errore di Benveniste, fu però uno in particolare, lui dimostrò nella pratica la validità dei suoi studi ma non pose particolare attenzione alla critica questione di come un tale effetto ‘memoria’ potesse essere prodotto, e a questo si aggrapparono i suoi detrattori.
L’idea che le molecole di acqua, collegate da legami a idrogeno che durano soltanto circa un picosecondo (che è un’unità di tempo pari ad un millesimo di miliardesimo di secondo, cioè ad un millesimo di nanosecondo.) prima di rompersi e riformarsi, potessero in qualche modo aggregarsi in durevoli imitazioni di anticorpi sembrava assurdo.
Nel 2011 però una sezione della rivista scientifica Journal of Physics ha pubblicato uno studio di Luc Montagnier, intitolato “DNA waves and water” (onde e acqua), nel quale viene illustrato come soluzioni acquose altamente diluite di sequenze di DNA del virus HIV, di altri virus e di batteri, producono segnali elettromagnetici di bassa frequenza caratteristici del DNA in soluzione.
Luc Antoine Montagnier (1932 – 2022)
Professore presso l’Istituto Pasteur di Parigi, presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell’AIDS.
Montagnier è attivamente impegnato nello studio e nella ricerca sull’efficacia dei rimedi omeopatici. Tali studi sono stati accolti molto negativamente dalla comunità scientifica. Per tali sue ricerche, relative sia all’omeopatia sia alla memoria dell’acqua sia all’autismo, Montagnier ha ricevuto alcune aspre critiche tanto da fare definire i risultati dei suoi studi come “scienza patologica”.
In qualità di Presidente, CEO e co-fondatore di Nanectis Biotecnologie SA, Parigi, Montagnier ha sviluppato una nuova tecnologia biofisica, rilevare le onde elettromagnetiche nel plasma dei pazienti affetti da malattie croniche degenerative.
Acqua e dna: L’esperimento
Due provette adiacenti, e fisicamente separate, sono state collocate all’interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico di 7 hertz.
L’apparato viene isolato dal campo magnetico naturale terrestre per evitare interferenze. Una provetta contiene un frammento di DNA, una seconda provetta contiene acqua pura distillata. Dopo 16/18 ore, entrambi i campioni vengono sottoposti ad un metodo di routine usato per amplificare tracce di DNA, utilizzando enzimi, al fine di poter fare molte copie del materiale originario. Si tratta di una
reazione a catena, detta polimerasi (PCR).
Dopo questo procedimento, il frammento di gene è stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata!
Va detto che la soluzione originale del DNA, viene sottoposta a diversi cicli di diluizione, prima di essere immersa nel campo elettromagnetico.
Si parla di un rapporto di 1 a 10, il frammento di DNA “fantasma” è stato recuperato solo tra la settima e la dodicesima diluizione del DNA originale.
I fisici del Team di Luc Montagnier affermano che il DNA emette onde elettromagnetiche a bassa frequenza, che danno l’impronta del DNA alla struttura delle molecole dell’acqua. L’acqua è in grado di tenere informazioni ricevute e memorizzare le caratteristiche della sequenza del DNA.
Montagnier ha affermato che molte specie di batteri e tanti virus danno segnali elettromagnetici esattamente come fanno alcune cellule umane malate.
Grazie agli studi di Montagnier e dei suoi collaboratori, potrebbero essere curate alcune malattie come l’autismo e varie malattie neurodegenerative come la fatica cronica e la sclerosi multipla, con un diverso approccio farmacologico. Secondo Montagnier tali malattie sono causate da agenti infettivi.
L’acqua si comporta esattamente come un nastro magnetizzato, conserva l’impronta magnetica di virus contenuti in precedenza, anche quando questi sono stati cancellati e trasmette un messaggio di natura magnetica, che è ancora in grado di essere riprodotto.
I campi magnetici estremamente deboli possono avere conseguenze positive e negative sulle nostre cellule.
Grazie a questi esperimenti, in futuro, si potranno avere rimedi farmacologici senza effetti collaterali, rimedi farmaceutici senza tossicità, diluiti in acqua distillata, alla quale rilasciano la propria capacità di azione, prodotta dal loro segnale elettromagnetico.
Luc Montagnier è stato onorato in tutto il mondo con molti premi, tra cui il Rosen (1971), Gallien (1985), Korber (1986), e Jeantet (1986) I premi, il premio Lasker per la Medicina (1986), il Premio Gairdner (1987), Sante Prize (1987), Japan Prize (1988), King Faisal Prize (1993), Amsterdam Foundation Prize (1994), Warren Alpert Prize (1998), Premio Principe delle Asturie (2000), l’induzione al Inventor National Hall of Fame (2004). Montagnier è Commandeur de l’Ordre National du Mérite (1986) e Grand Officier della Legion d’Onore (2009).
Nel 2008 Montagnier è stato insignito del Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, per la scoperta del virus HIV, insieme a Francoise Barre-Sinoussi.
Professor Montagnier è autore o co-autore di 350 pubblicazioni scientifiche e di oltre 750 brevetti.
Se tutto queste informazioni sono state prese in maniera rozza e attraverso la bocca di qualcuno non del settore o pseudo complottista e vi sono arrivate in maniera distorta ci dispiace molto. Avrete sicuramente letto e sorriso di riferimenti al 5G e a cosa ci potrebbero inoculare direttamente attraverso le onde magnetiche proprio perchè il nostro corpo e letteralmente composto in gran parte d’acqua.
Ve lo dobbiamo proprio dire? Noi non crediamo che quanto affermano questi complottisti sia vero, cioè non lo crediamo poichè non ci sono dichiarazioni fatte da persone degne di menzione per loro titoli che affermano di avere eventuali prove… fortunatamente aggiungerei… ma “sulla carta” cioè sugli studi di Montagnier di fatto si può leggere che una tecnologia, magari non ancora esistente, ma non troppo complessa da realizzare, potrebbe, attraverso i campi elettromagnetici emessi da ripetitori telefonici, o semplici modem che abbiamo in casa, “istruire” l’acqua di cui è composto il nostro organismo e… “curarci” anche contro il nostro volere.
Preferiamo dire “curarci” perchè non ci piace infondere ansia, ma qualunque lettore attento capirà che è possibile anche il contrario.
Del resto a che serve una medicina se non c’è qualcuno che la compra? E cosa venderebbero le case farmaceutiche se non ci fossero più malati? In un mondo surreale si convertirebbero in aziende che sfruttano questa nuova ed innovativa scienza tecnologica per altri scopi, ma nessuno di noi pensa che noi viviamo in un mondo fatto in questo modo…
Parliamo quindi di recenti e pioneristici studi degli ultimi anni in ambito agricolo, forse l’unico che viene “limitatamente concesso” almeno per il momento.
Acqua informata e applicazioni pratiche in agricoltura
Nell’edizione del 2 giugno 2021 del TGR Leonardo su Rai3 (dal minuto 04.20): viene intervistato Luciano Gastaldi che mostra una soluzione che conterebbe, a suo dire, 2,35 mg/litro di rame. Alla domanda dell’intervistatore che, riferendosi al rame, chiede “Ma lei ce l’ha messo nell’acqua?”, Gastaldi risponde “No”. Aggiunge di aver sottoposto l’acqua a dei “pacchetti di onde elettromagnetiche con la lunghezza d’onda del rame”. L’intervistatore afferma che il fenomeno era noto e Gastaldi aggiunge “Adesso riusciamo a stabilizzarlo”, per un tempo minimo di sei mesi.
Maurizio Menicucci afferma quindi che la cosa ancora più sorprendente è che, se la soluzione viene diluita, la concentrazione del rame non diminuisce. Gastaldi conferma, aggiungendo che uno dei maggiori istituti di chimica fisica (il russo Arbusov) ha stabilito che diluendo fino a 350 litri (senza specificare il volume iniziale), la concentrazione del rame rimane fissa a 2,35 mg/litro. Viene poi ribadito che chiunque può verificare quanto affermato.
Menicucci specifica che in campo l’acqua magnetizzata agisce come il rame, ma senza inquinare i terreni con il metallo.
Viene quindi intervistato Corrado Giraudo, agricoltore di Busca (CN), che usa l’acqua magnetizzata da sei anni. Giraudo decanta le proprietà dell’acqua, sottolineandone le proprietà protettive nei confronti delle piante e il fatto che non lasci residui nel terreno, a differenza dei trattamenti chimici tradizionali.
Menicucci spiega che il fenomeno dipenderebbe dalla capacità delle onde elettromagnetiche di “ri-orientare e far vibrare armonicamente le molecole di H2O che emettono, a loro volta, pacchetti di energia”. Interviene quindi Giuseppe Vitiello, fisico teorico dell’Università di Salerno, che fornisce la sua interpretazione in termini di risonanza delle molecole d’acqua con la sorgente esterna che determinerebbe la durata dell’effetto per “tempi non banali”. L’effetto della risonanza consentirebbe poi a piccole quantità di acqua condizionata di attivarne enormi volumi, con effetti talvolta negativi. Vitiello, a questo proposito, afferma che in fisica effetti deboli possono provocare un fenomeno di tipo catastrofico e come esempio cita gli tsunami.
Viene quindi affermato che “Gastaldi si prepara a estendere ad altri elementi le sue ricerche e rifiuta ogni collegamento a teorie contestate come la memoria dell’acqua”. Gastaldi sostiene infine di possedere certificati universitari che attestano che effettivamente l’effetto è reale.
Quindi ecco il seguito
La trasmissione prepara un servizio in cui si danno dei dati dimostrati da fatti. Cioè si mostra come un procedimento produce un risultato tangibile e riscontrabile da misurazioni. Quello che non viene detto è il “perchè” ciò avvenga. Questo magari non lo si è ancora compreso ed è questo che andrebbe studiato, e lo si farebbe se a qualcuno convenisse.
Mi piacerebbe saper disegnare per creare una vignetta che raffigura un cavernicolo che si riscalda al tepore di un fuoco mentre un gruppetto di altri cavernicoli semiassiderati poco distanti lo prendono in giro perchè non capendo come possa un pezzo di legno essere freddo e uno infuocato si rifiuti di utilizzare il fuoco.
Naturalmente ricercando in rete sul servizio visto in TV si trovano una moltitudine di articoli di critica su tale microscopico servizio di poco più di 2 minuti e perfino il sito di RAI3 ha rimosso il servizio che pochi giorni prima dell’uscita si trovava a questo indirizzo. (Ecco perchè ve lo abbiamo proposto sopra pur avendone parlato abbondantemente).
“Ci avete provato Leonardo e RAI3”, sembra dire qualcuno, ma non lo fare più se non volete essere screditati maggiormente, meglio imparare a digerire i pesticidi, e se non ci riusciremo qualche casa farmaceutica ci preparerà il miracoloso farmaco che ci guarirà dai nuovi malanni che arriveranno, questa sembra essere la linea da seguire… e buona estinzione a tutti…