Che la storia vada riscritta è ormai una convinzione anche degli archeologi e scienziati più ortodossi, le scoperte recenti di città e templi di oltre 11.000 anni, hanno fatto crollare il vecchio dogma che la civiltà umana abbia avuto inizio circa 5000 anni fa. Uno “schiaffo sonoro” ai creazionisti che ancora oggi si ostinano a dirci che il nostro pianeta è stato creato da Dio meno di 10.000 anni fa.
Prima Gerico, datato 8.000 anni prima di Cristo, poi Çatal Hüyük in Turchia 7.000 a.C. e poi più recentemente Göbekli Tepe, un santuario monumentale megalitico sempre in Turchia, datato 9.500 a.C.
Scoperte archeologiche che ci fanno riflettere e chiederci: ”C’è stata, prima della nostra, una civiltà, poi scomparsa, ma tecnologicamente evoluta tanto da gettare le basi per lo sviluppo di altre civiltà, compresa la nostra? Lo stesso Carl Gustav Jung, parlando degli archetipi, supponeva che in una lontanissima era forse era esistita una civiltà madre (l’età doro ) che avrebbe poi permesso lo sviluppo di
altre civiltà, tutte quelle che noi conosciamo attraverso i libri di storia. Secondo lo psichiatra questo ricordo ancestrale è presente in ogni essere umano.
(*) I creazionisti, molto presenti negli USA, danno un’interpretazione pressoché letterale della Bibbia, affermano che la Terra abbia tra i 6.000 e i 10.000 anni di età e respingono le conclusioni della fisica moderna, dell’astronomia, della chimica, della geologia e ogni palese evidenza scientifica e logica.
Secondo James Ussher, vescovo anglicano del XVII secolo, la data della creazione fu precisamente il 23 ottobre 4004 a.C. a mezzogiorno. Fatta questa premessa pubblichiamo un breve contributo che ci farà riflettere ancora di più.
DALLA TRADUZIONE DELLE TAVOLETTE D’ARGILLA SUMERE, SCATURISCE UNA
NUOVA REALTA’ SULLA STORIA DELL’ORIGINE DELLE NOSTRE CIVILTA’
Quasi mezzo secolo fa alcuni archeologi americani ed inglesi trovarono, attraverso una campagna di scavi in Mesopotamia, una grande quantità di tavolette di argilla del periodo sumero, incise nei caratteristici caratteri cuneiformi. Dieci anni dopo si riuscì a “leggerle”. Il risultato fu sconvolgente, soprattutto per i ben pensanti di allora e soprattutto per i credenti delle dottrine filosofiche e religiose che conosciamo.
Questi testi nella loro lingua pre-accadica infatti fornivano notizie di popoli vissuti oltre 5000 anni fa, antecedenti all’Epopea di Gilgamesh, opera quest’ultima tradotta nel 1873 dall’inglese George Smith, che già forniva elementi circa l’origine delle nostre civiltà.
Questi ultimi erano ancora più precisi circa i luoghi e i contatti con quelli che successivamente furono identificati come divinità. Oltre a ciò alcune tavolette
di argilla davano informazioni su latitudine e longitudine di una porzione della volta celeste indicando un pianeta esterno al nostro sistema solare. Molti scienziati all’inizio non diedero credito agli sviluppi di tale ricerca, ma dopo dovettero ricredersi perché le informazioni contenute in queste tavolette di argilla erano troppo precise per uomini di oltre 5000 anni fa. In questi reperti si parlava della presenza di una civiltà venuta dalle stelle che aveva dato all’uomo preistorico informazioni preziose per svilupparsi e giungere così ai giorni nostri.
Molte di queste tavolette, rigorosamente originali (qualcuno all’inizio aveva
pensato ai soliti falsi, ma poi le datazioni sia al carbonio 14 che con i più recenti sistemi della termoluminescenza e dell’archeomagnetismo hanno fugato ogni dubbio) sono conservate nei musei americani, inglesi e tedeschi. Dalla traduzione di queste tavolette di argilla si evince addirittura che questi esseri evoluti, successivamente chiamati dei, sarebbero intervenuti nel modificare il DNA umano
per migliorarci. Quest’ultimo aspetto, secondo un’approssimativa indagine, sarebbe avvenuto circa 300 mila anni fa.
Da qui una delle possibili spiegazioni circa la comparsa improvvisa dell’uomo sapiens che in pochi anni detronizzò l’uomo di Neanderthal.
https://www.viviliberamente.com/https-www-viviliberamente-com-la-storia-da-riscrivere-parte-nona/
Il sumerologo e scrittore Zacharia Sitchin da tutta questa storia trent’anni fa pubblicò “Il dodicesimo pianeta”, un libro scientificamente rigoroso che si rifaceva esclusivamente alla lettura delle tavolette sumere. Fu un successo mondiale, oggi si trova anche in Italia sotto altri nomi come “Il pianeta degli dei”.
Si aprì così a livello mondiale un dibattito, oggi più che vivo, su chi siamo e su chi ci ha perfezionato e sulle antiche credenza filosofiche e religiose, che forse sarebbe il caso di rivedere.
Da questa scoperta archeologica eccezionale si cominciò a comprendere come i testi sacri delle attuali religioni monoteiste non sarebbero altro che imitazioni di opere più antiche sumere e babilonesi, come ad esempio “Epopea di Gilgamesh”. Conoscenze antiche che poi i sumeri diffusero in tutto il mondo del Mediterraneo. Quindi oggi è in atto una completa rivisitazione del nostro Mosè e dello stesso Yahweh, nonché delle storie narrate nella Bibbia.
Una rivelazione che ha finito per sconvolgere molti intellettuali e uomini di scienza del pianeta. I nostri “costruttori”, secondo la lettura di queste tavolette si chiamavano Anunnaki, Elohim per la Bibbia, e vivevano in un pianeta fuori del nostro sistema solare conosciuto con il nome di Nibiru, per gli astronomi forse il pianeta X. Un grande pianeta che, secondo alcuni, sta per rientrare nel sistema solare. Fatto quest’ultimo che potrebbe apportare grandi sconvolgimenti geologici anche al nostro mondo.
Fin qui perplessità e dubbi più che legittimi, forse un’errata interpretazione delle tavolette sumere che ha ingannato centinaia di scienziati, una fantasia fervida (per l’epoca?!?) degli scribi sumeri, ecc. ecc. Ma allora perché lo Stato Vaticano ha finanziato osservatori astronomici prima in Arizona, in Cile ed ora in Antartide? Perché molti Paesi della Terra come la Norvegia, la Svezia, la Russia e gli USA stanno completando rifuggi sotterranei per centinaia di migliaia di persone? Perché i ricchi della Terra, tra cui Bill Gates, hanno finanziato in Norvegia “L’arca dell’Umanità”, un grande deposito sotterraneo in un’isola interamente di granito dove la temperatura sotto zero è costante tutto l’anno e dove vengono stipati i
semi di tutte le piante del pianeta?
Accademia Kronos qualche anno fa invitò i propri soci svedesi ad
indagare in merito, ma per i nostri amici fu difficile avere risposte esaurienti. Quasi tutte vaghe o legate a scuse di scavi d’interesse scientifico per la ricerca di minerali, ecc. ecc.
L’ultima prova che c’è qualcosa di molto grande nell’aria che solo i “potenti e illuminati” della Terra conoscono è l’aver improvvisamente bloccato in USA la lavorazione di un film colossal intitolato proprio “Anunnaki”.
C’è sicuramente sotto una grande volontà politica mondiale di nascondere la verità, perché? Ci si chiede.
La risposta paradossalmente è semplice: se la realtà vera uscisse fuori crollerebbero tutte le religioni monoteiste, i tabù religiosi, ma anche le economie del pianeta, sarebbe alla fine il caos, a meno che “gli illuminati”, i potenti della Terra che ci governano, non comincino pian piano a preparare la gente informandola sul nostro reale passato, nonché sul nostro futuro. La scienza sta aprendo porte nuove, incontestabili, dalla manomissione del nostro DNA avvenuto centinaia di migliaia di anni fa, alla presenza in ogni sistema solare di pianeti collocati nella cosiddette area abitabile dove forme di vita possono essersi sviluppate e aver raggiunto una civiltà superiore alla nostra….
Insomma si tratta di tempo, forse ancora di un decennio, ma alla fine i custodi della vera storia dell’umanità saranno costretti ad aprire le porte della verità.
Qual è stato l’inizio storico di questa crisi ambientale?
Ricerca storica-antropologica di Accademia Kronos sull’origine dell’attuale crisi ambientale e climatica. In tutto questo sfacelo ambientale e climatico in cui noi, poveri mortali, assistiamo impotenti, ci si chiede se questo modello di società, reo di quanto sta accadendo, era ed è l’unica strada percorribile dall’umanità o se invece esistono altri percorsi capaci di scongiurare questa profonda crisi ambientale.
Personaggi di alto valore intellettuale, filosofi e storici, di ieri e di oggi ci dicono che esistono alternative a questa società consumistica e aggressiva nei confronti dell’ambiente. Già a partire della nostra era industriale qualche intellettuale proponeva forme di società e di sviluppo alternativo, vedi il socialismo e poi il comunismo, che, comunque, alla fine hanno dimostrato anche loro profondi limiti.
Tra tutte le altre formule sociali proposte in alternativa, primeggia comunque la filosofia di Erich Fromm: “Essere o Avere”. Oggi abbiamo capito che la nostra è solo la società dell’avere e, quindi, della sistematica e continua distruzione della nostra stessa casa: l’ambiente.
E’ possibile a questo punto invertire la marcia? Molti, compresi noi di AK, pensano di NO. I grandi cambiamenti tanto necessari per invertire la marcia verso il baratro, ormai si possono fare solo a parole, attraverso conferenze o trattati, ma nulla più. La nostra società si è talmente “incartata” che è quasi impossibile portarla su una strada diversa. Dobbiamo purtroppo prendere atto che questa macchina di distruzione del clima e dell’ambiente è come un grande volano, una volta attivato non si fermerà più.
Noi di Accademia Kronos, dopo 50 anni di studi, spedizioni all’estero e varie esperienze, nel tentativo di capire il perché di questa situazione ambientale e climatica critica, oggi abbiamo capito che dobbiamo rassegnarci a quello che verrà. L’ultimo rapporto dell’IPCC avvalora questa tesi.
Forse le cose dovevano andare così, forse era scritto nel destino di questa umanità, (per i Veda la nostra è la quinta umanità, dopo ci sarà la sesta e poi la settima) per cui non ci rimane che rassegnarci al triste futuro che ci si para davanti. Tuttavia una soddisfazione vogliamo prendercela: capire quando e dove è scoccata la scintilla che ha determinato questa situazione. Vediamo allora di cercare nell’archivio del tempo per capire.
Molti storici danno per scontato che l’inizio di questa situazione è iniziata nell’era industriale, a partire dall’invenzione della propulsione a vapore per arrivare all’era dei combustibili fossili. Altri si avventurano ancora indietro nel tempo facendo iniziare la crisi ambientale e climatica addirittura all’impero romano.
Noi di Accademia Kronos invece andiamo ancora più indietro nel tempo, all’origine delle prime civiltà dell’uomo, all’incirca intorno al 6/5.000 a.C.
Sono pochissimi in effetti che si avventurano nel lontano passato per comprendere la situazione ambientale dei giorni nostri, eppure tutto questo ha radici lontane. Ci si dice che la grande rivoluzione culturale dell’uomo iniziò in Europa, una rivoluzione che nei millenni ha gettato le basi della società che stiamo vivendo. (Molti però pensano che l’origine delle grandi civiltà sia iniziata ancora prima e in particolare in Mesopotamia).
In questo breve articolo pertanto ci occuperemo delle civiltà del Mediterraneo e del nord Europa. Stiamo parlando delle civiltà Matriarcali Mediterranee dove era la
donna e non l’uomo a gestire le società di allora. Esempi luminosi sono i ritrovamenti neolitici delle statuette della Dea madre in alcune caverne europee, mentre più significativi sono i resti archeologici di Çatal Hüyük in Turchia e dei templi dedicati alla dea madre a Malta (circa 10.000).
La donna, quale generatrice della vita, era ritenuta una figura importante e, pertanto, riconosciuta come capo supremo. In quello stesso periodo si era scoperta l’agricoltura e l’addomesticamento degli animali per cui si erano formati i primi insediamenti umani stabili. Il matriarcato pertanto incarnava una società tranquilla e pacifica dedita all’agricoltura e all’addomesticamento degli animali.
In quello stesso periodo molto più a nord del Mediterraneo nel bacino del Volga, nella Russia europea e nel Mar Nero, era presente una popolazione patriarcale, la civiltà dei Kurgan, in cui il dominatore assoluto non era più la donna ma l’uomo. Un popolo che per quei tempi potremmo definire guerriero, dedito quasi esclusivamente alla caccia e alla pastorizia, sostenuto alimentarmente oltre che dalla carne animale dai frutti della natura, quindi ancora in parte frugivoro e raccoglitore.
Da quel momento la cultura dell’ESSERE ( in parte rimasta in alcune aree geografiche dell’Oriente) lasciò il posto alla cultura dell’AVERE, di cui ancora oggi ci nutriamo.
Ecco quindi, secondo noi, da dove è partita la cultura dell’avere che ha generato le società che oggi governano il pianeta e che minacciano tutti gli equilibri della natura e del clima terrestre.
Ennio La Malfa
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