La notizia ha dell’incredibile: una famosa università di Londra vuole cancellare filosofi come Socrate e Aristotele dai programmi di studio. Sì, hai capito bene: Socrate, il più grande di tutti, accusato di essere simbolo della “mascolinità bianca” che ostacola il pensiero critico. Ma aspetta un attimo: Socrate non era proprio quello che faceva domande scomode e che metteva in discussione tutto, pure il potere?
Socrate, accusato nel suo tempo di corrompere la gioventù con il suo domandare incessante, è oggi presentato come simbolo di una filosofia dominata dalla “mascolinità bianca”.
Il problema oggi è che il dialogo autentico spaventa. Perché? Perché mettere in dubbio le certezze significa mettere a rischio ideologie e poteri precostituiti. Nel nostro tempo, più che mai, viviamo circondati da chi offre certezze e vende verità assolute. Il pensiero critico, invece, è scomodo perché spezza questi monologhi unidirezionali e invita a riflettere. È qui che Socrate diventa di nuovo pericoloso, tanto quanto lo fu per l’Atene antica.
NOn dimentichiamoci che Socrate morì nel 399 a.C. ad Atene, condannato a morte con l’accusa di corrompere i giovani e di non credere negli dei della città. Fu processato e, nonostante le sue difese argomentate, i giudici lo condannarono a bere la cicuta, un veleno mortale. Socrate accettò la condanna senza fuggire, rispettando le leggi della città che aveva servito tutta la vita. Morì circondato dai suoi discepoli, discutendo serenamente fino alla fine, fedele al suo principio del «so di non sapere», simbolo della ricerca incessante della verità.
«so di non sapere»
Il suo famoso «so di non sapere» è la base di ogni dialogo e confronto. Se ammetti di non sapere, apri la porta al pensiero critico, al dibattito, al mettere in discussione le certezze. E indovina chi teme questo? Esatto: l’establishment. Meno domande fai, più loro sono tranquilli.
Pensaci: oggi siamo sommersi da certezze vendute come verità assolute. Tutti hanno ragione, tutti sanno tutto.La passata “pandemia” ha forse insegnato qualcosa a qualcuno, ma non a tutti purtroppo. Ma il dubbio, quello che insegnava Socrate, è pericoloso. Perché chi dubita, chi fa domande, chi non si accontenta delle risposte preconfezionate, è una minaccia per chi comanda. E allora? Meglio far fuori chi ci insegna a chiedere “perché”.
E quindi chiediti sempre: a chi giova tutto questo? Forse a chi ha paura delle domande scomode e preferisce un popolo che accetta tutto senza farsi troppe domande?
Per me si… comunque nelle dichiarazioni dell’università che potete anche ritrovare nel link finale si legge:
“L’obiettivo è rendere il curriculum più inclusivo, ma non si tratta di un divieto specifico contro Socrate o altri filosofi classici occidentali” (SOAS).
Meditate gente meditate…
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Esperto nel campo della spiritualità e della crescita personale, noto per la sua profonda comprensione dell'energia spirituale e le sue capacità nel guidare gli individui verso la consapevolezza interiore e la guarigione olistica.
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