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Quando le Leggende Web Incontrano la Realtà: Il Caso di Alvaro Munera e Manuel Jesus Cid Sala

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Nel vasto e complesso universo della rete, e in specialmodo sui social, siamo costantemente bombardati da informazioni di ogni tipo, ma non tutte sono veritiere. Tra i contenuti che più frequentemente circolano online, spiccano le notizie false o fortemente romanzate, che spesso riescono a catturare la nostra attenzione grazie al loro carico emotivo o al loro apparente interesse.

La diffusione di queste notizie può avere effetti devastanti, manipolando l’opinione pubblica e distorcendo la realtà. Basti pensare alle frequenti notizie false su celebrità, o frasi molto toccanti attribuite a personaggi noti solo per aumentare il loro impatto emotivo. Questi esempi mostrano chiaramente come la verità possa essere distorta in modi che servono a obiettivi specifici, più che a informare correttamente.

Oggi, voglio portare alla vostra attenzione un altro esempio di come la verità possa essere alterata, non per ingannare deliberatamente, ma per rispondere a narrazioni che ci affascinano.

Parliamo della storia che riguarda il torero Alvaro Munera.

Screenshot

Circola da anni sul web un racconto emotivo che descrive un momento di epifania durante una corrida. Ci sono varie versioni ma più o meno tutte ripetono quanto segue:

“All’improvviso non ho visto le corna, ma gli occhi del toro. Si è messo davanti a me e mi ha fissato. È rimasto a guardare, non voleva attaccarmi. Aveva l’innocenza stessa che tutti gli animali hanno negli occhi e mi stava guardando, implorando aiuto. Ed io, leggendolo nei suoi occhi, mi sentivo la PEGGIORE creatura del mondo e fermai la battaglia. Dopodiché, sono diventato vegetariano e ho iniziato a combattere contro le corride”

Quindi stando al racconto Munera, in un impeto di compassione, interrompe la sua esibizione e diventa vegetariano dopo aver visto l’innocenza negli occhi del toro. Tuttavia, la verità dietro questa storia è diversa da quella che è diventata virale.

Quella che molti credono essere la testimonianza di Alvaro Munera è in realtà un’alterazione della realtà. Il torero ritratto nella famosa immagine che anche noi abbiamo messo in copertina non è Munera, ma Manuel Jesus Cid Sala, noto anche come El Cid, che ha recentemente terminato la sua carriera nel 2019.

Forse, ma non lo sappiamo per certo, nel preciso momento ritratto in questa foto:

In quel momento dello spettacolo, El Cid non stava piangendo per la compassione verso il toro, ma stava semplicemente esibendo una mossa per ingraziarsi il pubblico. Quindi al contrario di tutto quello che è stato detto stava addirittura umiliando la sua povera vittima.

Le parole attribuite a Munera sono in realtà di Antonio Gala, uno scrittore spagnolo, e Munera stesso ha smentito di essere il protagonista della foto.

Nonostante la verità dei dettagli, il messaggio rimane potente e rilevante.

Il vero Munera, vittima di un grave incidente durante una corrida nel 1984 che lo ha reso tetraplegico, ha effettivamente intrapreso una carriera di attivismo per i diritti degli animali.

Il vero Alvaro Munera

Di seguito una reale intervista al vero Munera estratta da un articolo più vasto (link alla fine)

Una terribile incornata l’ha allontanata dalle arene, ma, cosa l’ha spinta a diventare un attivo difensore degli animali?

Dovete pensare che la mia carriera da torero si è svolta tra i dodici ei diciotto anni, quando fui incornato. Da lì mi trasferirono negli Stati Uniti e fu in questo paese dove ho davvero cambiato modo di pensare. In un primo momento sono stato in contatto con il personale dell’ospedale e poi, fuori, quando mi sono confrontato con una società totalmente antitaurina, nella quale non concepiscono che esistano paesi in cui si torturano e si uccidono animali. Quel rifiuto e questo ripudio, me lo facevano sentire in qualunque posto andassi: in Ospedale, all’Università, nella mia cerchia di amici. In un primo momento ha cercato di difendere la corrida con gli stessi argomenti che utilizzano i toreri, ma la forza degli argomenti contro la tortura sono tali che, facendo una cosa sensata, accettai di essere io in errore, che la ragione era per il 99% dalla parte dell’umanità che è contro gli spettacoli crudeli per gli animali e capì che Dio mi stava dando ora la possibilità di accettare il fatto che avevo sbagliato e per riparare i miei crimini.

Ciò che mi ha reso contro la corrida e mi ha portato a difendere gli animali non fu l’incornata in se, forse se avessi proseguito in Spagna avrei continuato ad essere in favore delle corride; fu l’aver vissuto il mio periodo di riabilitazione in un paese che non concepisce che la gente si diverta torturando gli animali, che ci vede come un popolo arretrato, che mi resi realmente conto che quello che avevo fatto era stata una barbaria assoluta.

Cosa ne pensa delle argomenti utilizzate di volta in volta dai difensori delle corride, come : che il toro è nato per questo, che crea lavoro, che è una tradizione, che non soffre, che si tratta di una lotta pari a pari, che vive bene fino al momento della corrida, ecc?

Gli argomenti addotti dai toreri per difendere la corrida, più che argomenti sono scuse. Prima di tutto dovete sapere una cosa, ci sono diversi indirizzi e-mail che circolano su internet che dicono che ai tori, prima delle corride, vengono unti gli occhi con alcune sostanze, presi a botte nei reni, che gli introducono oggetti nel retto, e almeno per quanto ho avuto modo di vedere non mi è mai toccato assistere a spettacoli simili. Al toro limano la punta del corno, che è illegale, lo fanno in quasi tutte le arene, ma direi che non c’è tortura perché questo non provoca dolore al toro. Penso che la tortura sugli animali in sé, anche se esiste durante il trasporto, inizi quando il toro viene marchiato e poi arriva la lancia del torero, le banderillas, la stoccata, e durante la fase della corrida in cui si pungolano i tori, i pugnali del castigo.

I toreri dicono che il toro è nato per questo, e che se non esistessero le corride scomparirebbe una specie. In primo luogo bisogna dire che non è vero che il toro è nato per questo, nessuno è nato per essere torturato, il toro da corrida non è una specie, è una razza creata dall’uomo, progettata e costruita da lui per raggiungere quello che oggi è il toro da corrida sulla base di molti incroci e non una specie, che sarebbe il vitello, e il toro non smette di essere una razza più di questa specie. Quindi, crescere gli animali per essere torturato eticamente è qualcosa che non si potrà mai accettare. La Società civile non può accettare di allevare un animale, un essere vivente, con il sistema nervoso centrale simile al nostro, per essere torturati e che, addirittura, le persone si divertano con il suo calvario, il toro cade sotto il proprio peso e, come ho detto, la tauromachia non avrà mai argomenti che possano difenderla, al massimo scuse, ma mai argomenti. Che altro possono dire?, Che produce molti posti di lavoro, che, come il turismo, molte persone vivono di quello. Se questo argomento fosse sostenibile potremmo anche chiederci per quale motivo vogliamo l’eliminazione del terrorismo, del traffico di droga, del sequestro di persona, dell’estorsione, della stessa guerra che allo stesso modo genera un enormi entrate e ci sono molte persone che vivono grazie ad essa, allora mai qualcosa di crudele, barbaro, sanguinoso, può valere la pena affinché la gente ottenga da lì il loro modus vivendi.

Difendere tradizione brutale, in cui la prima vittima è innocente e dove viene brutalmente torturata e massacrata, come vuole la tradizione è eticamente inconcepibile. Se fosse così avremmo dovuto difendere come tradizione i sacrifici umani dei popoli Maya e gli Aztechi. L’unico modo è quello di superare le tradizioni barbare che oggi sono viste come nere pagine della storia, sono sicuro che molto presto la corrida verrà vista come una pagina nera nella storia dell’umanità. In alcuni paesi, in un prossimo futuro la gente si chiederà: come è stato possibile che abbiamo permesso di divertirsi torturando e uccidendo animali?

Il toro non soffre. Questo è una falsità assoluta e totale; a parte il modo in cui si contorce quando lo infilzano con le banderillas e i pugnali del castigo o la lancia, per capire che il toro soffre come noi – e in effetti la biologia e la fisiologia lo hanno mostrato chiaramente – basta sapere che il toro ha un sistema nervoso centrale che risponde agli stimoli del dolore nello stesso modo del nostro e dire che il toro non soffre, più che una scusa che inventano è un atto di tale audacia e di ignoranza che lambisce l’assurdo e la stupidità.

Non è certo che si tratti di una lotta tra pari, se fosse così la media dei toreri morti dovrebbe essere pari alla media dei tori morti, il torero ha la prestanza fisica, con l’uso della ragione, ha gli argomenti mentali sufficienti per ingannare il toro,se lo punge per renderlo più debole fisicamente, il toro semplicemente si difende contro chi lo aggredisce ma non ha questa capacità, cioè la ragione, per distinguere chiaramente ciò che è un inganno, chi lo sta ingannando e per questo i toreri morti sono molto pochi, è un tasso trascurabile se comparato col numero di che tori vengono uccisi nelle corride ogni giorno.

L’animale vive molto bene fino a raggiungere l’Arena: avremmo dovuto confrontarci con altri animali usati nell’industria alimentare e riconosco che c’è molta più tortura e crudeltà nel crescere animali da macello che nell’allevamento toro allo stato brado. Senza dubbio, allevare un’animale con l’intento finale di farlo soffrire, di torturarlo e ucciderlo, in modo che la gente paghi per andare a vedere questo e si diverta e che sia motivo di entusiasmo e di gioia, mi sembra che sia una pratica più odiosa, inumana e selvaggia può esserci in una società. Non ci potrà mai essere un argomento a loro discolpa che il toro è molto ben curato per poi torturarlo, questo sarebbe qualcosa di simile a quello che ho detto prima, gli Aztechi e Maya che sceglievano le ragazze più belle per poi sacrificarla. No, questo non potrà mai essere un argomento valido.

Estratto da: https://www.peacelink.it/animali/a/38232.html

La verità, anche se differente, non diminuisce l’importanza della causa che egli sostiene. Uccidere animali per divertimento è inumano e disgustoso, e sensibilizzare le persone su questo tema è fondamentale.

La verità è sempre la stessa, anche se i dettagli possono variare: ciò che conta comunque è il messaggio di compassione e rispetto per gli esseri viventi.

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