Uno dei casi più clamorosi ed insoliti di “tentata abduction” è quella che ha avuto come protagonista, nel lontano 1948, uno stimato frate e missionario francescano originario di Oristano: Padre Giuseppe Madau, recentemente deceduto dopo una vita di dedizione ai più poveri in Africa.
La sconvolgente esperienza che l’ha visto suo malgrado protagonista, per lungo tempo passata in sordina, è stata raccolta in un’intervista del 1999 dall’ufologo bolognese Gianfranco Degli Esposti ma risalirebbe all’epoca in cui, ancora giovane, Giuseppe Madau era in attesa di prendere i voti presso il Convento di San Francesco a Oristano.
La sera del 13 settembre, mentre la città di Oristano era addobbata a festa per la vigilia della Festa della Santa Croce, il giovane Madau era intento a recitare il Rosario nel cortile del convento: il silenzio della campagna era pressocché assoluto e accanto al novizio si trovava solo il cane del guardiano, quando, iniziata da poco la recita della Corona, il futuro frate ha l’impressione di scorgere una curiosa luce nel cielo notturno.
Da quel momento, accadono una serie di eventi che lasciano il novizio senza parole: tutte le luci elettriche attorno al convento e nella vicina città si spengono, da lontano si odono le voci di persone che si lamentano “E’ andata via la luce!”, e sopra un vicino albero di eucalipto comincia a stazionare un oggetto volante a forma di campana schiacciata da cui discendono due esseri di aspetto umano, alti quasi due metri, molto belli e dal portamento apparentemente gentile ed elegante.
Tali esseri chiedono al novizio di venire con loro, ma Madau, spontaneamente e quasi ingenuamente, risponde loro che se si fosse allontanato dal Convento senza un permesso dei superiori non sarebbe potuto diventare Frate. Al diniego di Madau ha inizio la fase più drammatica della vicenda: un suono ossessivo, che la vittima riferirà di aver avvertito alla sommità del capo, si converte improvvisamente nella sensazione terribile di avere come delle dita che frugavano nel cervello.
Il novizio, spaventato, avverte la sensazione di sollevarsi dal suolo, intuisce che “loro” vogliono portarlo via; e solo a quel punto, con tutta la forza rimasta, invoca la Vergine Maria:
“Madre mia aiutami! Non voglio!”.
E’ allora che il novizio ha l’impressione di udire una voce femminile che pacatamente dice: “Lasciatelo stare!”. In risposta a queste parole, Madau avverte dei rumori incomprensibili e inquietanti, finché la voce femminile ordina di nuovo e con tono imperioso: “Basta! Lasciatelo!”.
Il rovistio cerebrale cessa di colpo, mentre il novizio si accorge di toccare il terreno sotto di lui, mentre da lontano si odono varie voci che gridano: “E’ tornata la luce!”.
Rientrato in convento, Madau avrebbe successivamente provato a parlare coi superiori dell’accaduto, ma l’ostilità riscontrata e la paura di essere scambiato per uno squilibrato, l’avrebbero infine indotto alla prudenza; finché, solo nel 1990, l’ormai Frate Madau accennerà alla sua esperienza in una lettera inviata al CUN (Centro Ufologico Nazionale).